Per vivere, tutti noi dobbiamo mangiare e bere, certo, ma prima di tutto dobbiamo respirare. E si respira l’ossigeno, un gas che… ma non starò qui a parlare di come respiriamo. Invece dirò subito che è soltanto grazie agli alberi che noi possiamo respirare. Loro ci mantengono in vita. Non si può certo dire il contrario. La foresta amazzonica, il polmone verde del mondo, sta morendo man mano che le piantagioni di olio di palma si ingigantiscono. Ma li distruggiamo in massa quando si tratta di produrre certi prodotti, ricavabili solo dal tronco di questi esseri innocenti. Ne tagliamo circa sessantottomila al giorno, che usiamo per produrre la carta, i parquet, mobili, le bacchette cinesi e molto altro. Molti adulti ancora non si sono resi conto della loro rilevanza, e proprio per questo motivo che, per sensibilizzare tutti, il 21 novembre festeggiamo la festa degli Alberi. In questo giorno, nelle scuole si fanno molte attività che spiegano anche ai più piccoli il loro ruolo. In molti comuni, alla nascita di un bambino viene piantato un albero, in altri si ricorda semplicemente con uno spettacolo e via dicendo.
Nel paese di Sermoneta, nella provincia di Latina risiede un abitante molto antico, per non dire secolare. È il Leccio di San Francesco, un albero collocato nei pressi del cimitero del paese. Nel 1492, quando Cristoforo Colombo scoprì l’America, lui già stava ritto nel territorio di Sermoneta. Di certo, Sermoneta la conosce meglio lui. Ha visto la nostra lenta evoluzione e progressione durante i secoli. È l’abitante più antico del paese!
La festa dell’albero non serve soltanto a ricordare l’importanza fatale degli alberi, ma soprattutto serve a ricordare di valorizzare il nostro territorio e a ricordarci che abbiamo un pianeta da proteggere e da salvare. In fondo, gli alberi sono territorio, il territorio è cultura, la cultura fa parte di noi. Quindi noi siamo come gli alberi. Ed è solo attraverso la cultura che possiamo salvarli.
Lidia Spinetti
Studentessa dell’Istituto Comprensivo Donna Lelia Caetani