Vari comitati e associazioni territoriali di Albano, Ardea e Pomezia hanno presentato una querela alle due procure di Roma e Velletri nei confronti dei dirigenti che guidano l’Ufficio Rifiuti della Regione Lazio accusandoli senza mezzi termini di non voler revisionare e aggiornare le autorizzazioni che regolano il funzionamento dell’immondezzaio castellano con lo scopo di garantire pochi controlli sui pozzi spia dell’immondezzaio, da cui attingono anche le centinaia di pozzi ad uso civile dei residenti e attività commerciali della zona, con lo scopo di favorire il Gruppo imprenditoriale proprietario del sito e dirigenti regionali.
“La nostra associazione Salute Ambiente Albano – si legge nella nota stampaa – insieme a numerose altre associazioni e comitati – ha presentato nei giorni scorsi una denuncia alle Procure di Roma e Velletri in merito all’esistenza di una COMBINE tra Ufficio Rifiuti Lazio e Gruppo Cerroni, proprietario della discarica di Albano, con l’assenso dei vertici di Arpa Lazio. La denuncia è stata sottoscritta da numerose altre associazioni e comitati del territorio. Non sappiamo spiegare in altro modo la vera e propria LOTTERIA DEI CONTROLLI in corso da anni sui pozzi spia dell’immondezzaio: Sembra che l’Ufficio Rifiuti dia i numeri: Nel 2015 (il processo Cerroni era appena partito!) l’Ufficio Rifiuti ha fatto analizzare 9 pozzi. Nel 2017 (molti reati del processo Cerroni erano già prescritti!) 4 pozzi. Nel 2019 (assoluzione parziale degli imputati del processo Cerroni) 3 pozzi. Nell’agosto 2021: 4 pozzi.
Dopo le nostre querele, a settembre 2021: 10 pozzi (quasi 11).
A ottobre 2021: 4 pozzi.
Nel frattempo le autorizzazioni non sono cambiate!
Come è possibile tutto ciò? Siamo certi vi sia un accordo per favorire il Gruppo Cerroni che vuole riavviare l’intero sito, sia con la costruzione di un maxi-biogas che con la discarica di servizio, ma che è allergico ai controlli sui pozzi spia!
Questo accordo è iniziato con la grande ex responsabile dell’Ufficio Rifiuti Lazio, ed è poi continuato e reiterato dal suo successore.
Tutti costoro si RIFIUTANO ostinatamente di revisionare e aggiornare la vecchia autorizzazione (A.I.A: B-3694) del 2009, spacchettata in due, prolungata fino al 2024 e volturata in due tra il 2019 e 2020 a due società che non avevano pendenza in tema di interdittive antimafia!
Perché tutta questa ostinazione a verificare la validità e regolarità di queste autorizzazioni, richiesta più volte da cittadini? Perché tutta questa resistenza a confrontarsi con gli Enti Locali e cittadini? Perché i controlli sui pozzi spia della discarica di Albano sono un terno a lotto da anni? Forse non vogliono aumentare i controlli a carico del Gruppo Cerroni? Tutti i reati da noi ipotizzati sono stati compiuti da queste persone in concorso tra loro, più volte, nel corso degli ultimi 7 anni! Buona lavoro ai magistrati ed alle forze dell’ordine!”