“In questi ultimi giorni ho assistito all’ indecoroso spettacolo, in cui attori e registi del palcoscenico politico, più o meno celebri, dopo la crocefissione politica di mio fratello, ne hanno stracciato le vesti e se le sono tirate a sorte – si legge nella lettera –. Hanno fatto a gara per sbandierare asserite appartenenze affettive e per fregiarsi di più o meno paternità nei successi della sua azione e della sua amministrazione. Il tutto per accaparrarsi, con strategiche candidature, adeguate prelazioni e corsie preferenziali per tutti i possibili eventuali futuri incarichi”.
“Dopo il ribaltone politico portato a termine nell’estate del 2012 sono state più numerose le gestioni commissariali rispetto a quelle ordinarie, democraticamente elette (delle quali, le ultime due sono terminate anzitempo, ancorché per ragioni totalmente diverse). Il che denota la mancanza di educata cultura politica e di una adeguata coesione ideale, pur nella diversità delle opinioni, che sta facendo assurgere Cisterna, troppo spesso, a protagonista della cronaca nera. Adesso è iniziata formalmente la campagna elettorale, che mi auguro sobria, ma di contenuti elevati e che miri alla giusta qualificazione della storia ultracentenaria della Città. Ma da oggi in poi nessuno si fregi più dell’ appellativo di “Carturaniano”, “Fedelissimo”, “Amico”, etc. Perché, quanto al nome, nessuno può disporne, se non i familiari”.