L’assessore Onorati ha spiegato come «l’area corese testimonia quanto sia positiva l’unione tra istituzioni e libera impresa». Il riferimento è al fatto che il Comune di Cori è uno dei cinque soci fondatori dell’ente di tutela – gli altri sono la Cooperativa Cincinnato, Marco Carpineti, Tenute Filippi e Molino7cento – e a breve sarà anche un vero produttore grazie ad un vigneto di proprietà. Ma l’appuntamento è stato anche il momento della presentazione del logo scelto per rappresentare il Consorzio, individuato grazie ad una gara alla quale hanno partecipato Fabrizio Tallarico, Valentina D’Angeli, Diletta Damiano, Orlando Santucci, Andrea Pistilli, Galileo Chiominto e Davide D’Elia. Proprio quest’ultimo è risultato il vincitore con una grafica dove campeggia la scritta “DOC”, di cui rimangono però solo la parte superiore e la parte inferiore, con “Cori” al centro, il tutto sovrastato dalla stilizzazione del Tempio di Ercole.
Il consorzio nasce a cinquanta anni dall’autorizzazione della Doc, era il 1971, con uno spirito di rinnovamento e di rinnovata visione su quelle che sono le ricchezze vitivinicole dell’area. A cominciare da una precisa scelta in merito alla piattaforma ampelografica del territorio, che sta tornando ad essere più legata alla storia di Cori e meno a quella regionale, con due vitigni su tutti: Nero Buono e Bellone.
«Si scrive una bella pagina della storia di questo territorio – ha detto il sindaco di Cori, Mauro De Lillis – Finalmente le aziende che hanno creduto e credono in questo territorio si uniscono per uno scopo comune, valorizzare e tutelare una delle nostre eccellenze, ma anche raccontare la storia, la cultura e l’identità di questa terra. Si gettano le basi concrete per realizzare un brand ‘Cori’ da promuovere a livello nazionale ed internazionale».
L’incontro, moderato dal giornalista ed esperto sommelier veliterno Fabio Ciarla, si è chiuso con l’intervento del presidente del Consorzio Nazzareno Milita (presidente anche della Cincinnato), sulle prospettive da concretizzare. «Abbiamo al contrario saputo cogliere l’importanza dei vitigni autoctoni, che molto impegno e lavoro ci sono costati nel corso degli anni. Ora tra gli obiettivi – ha detto – ottenere la dicitura ‘Doc Nero Buono di Cori’ che porterà la bandiera della città e far sì che tante aziende aderiscano al Consorzio per dare lustro alla nostra terra».