Alla luce dei fatti rocamboleschi che stanno caratterizzando il tentativo di riavvio della discarica di Albano, la senatrice Elena Fattori di Genzano ha chiesto un incontro urgente al Prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, per avere da lui chiarimenti e delucidazioni. Nei giorni scorsi la senatrice aveva già inviato (sempre in Prefettura) una richiesta di accesso agli atti urgente per avere copia dell’interdittiva antimafia emessa da Prefetto nei confronti della società Pontina Ambiente (Gruppo Cerroni) nel 2014, società proprietaria ancora oggi dell’intero immondezzaio. L’interdittiva antimafia è stata poi confermata in via definitiva da ben due sentenze del Consiglio di Stato, ossia la n.981 del 2 marzo 2017 e la n. 2927 del 16 maggio 2018. L’interdittiva, però, sembra essersi persa nei corridoi della Prefettura, in cui ha sede anche la Città Metropolitana di Roma, nessuno riesce più a ritrovarla.
L’UFFICIO RIFIUTI LAZIO ‘DIMENTICA’ L’INTERDITTIVA?
Tra l’altro l’Ufficio Rifiuti Lazio, dopo la conferma definitiva da parte del Consiglio di Stato dell’interdittiva antimafia nei confronti della Pontina Ambiente, ha validato non una ma due volture con le quali la società stessa ha sub-affittato la discarica in parte (l’ex TMB , ossia il frullatore per rifiuti indifferenziati) alla Colle Verde il 31 ottobre 2019 ed in parte alla Ecoambiente (VII invaso) il 5 ottobre 2020. Nelle due volture – cosa davvero singolare – non si riportano nemmeno una menzione dell’interdittiva antimafia, al contrario di quanto imposto dalla legge.
30/07/2021