I rifiuti indifferenziati di Roma arriveranno nella discarica di Albano dalle prime luci dell’alba di lunedì 2 agosto. Questo è il piano del Gruppo Cerroni, proprietario dell’immondezzaio, che lunedì scorso 26 luglio ha chiesto al Prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, una sporta di rateizzazione della fidejuissione (ossia della polizia assicurativa necessaria prima di far ripartire il sito, ancora non onorata). Sul tavolo in Prefettura – a cui hanno partecipato vari enti pubblici: Ama, Campidoglio, Regione, etc, tranne il comune di Albano, poiché non convocato – proprio il Gruppo Cerroni ha annunciato di “non essere in grado di coprire in un’unica soluzione la fideiussione da 1,365 milioni di euro, ma dall’altra di essere disponibile a versare intanto una prima fideiussione da 765mila euro relativa a un primo lotto del VII invaso della discarica”. Il primo lotto del VII invaso avrebbe una durata stimati di 4 mesi. Solo in un secondo momento, lo stesso Gruppo Cerroni, sarebbe pronto a “versare la seconda fideiussione (polizza assicurativa, ndr) da 600mila euro per aprire la seconda parte del VII invaso”. Rateizzazioni che alcuni consiglieri comunali di maggioranza e opposizione che preferiscono non comparire giudicano “del tutto illegali, siamo pronti a presentare tutte le quereli penali del caso, anche nei confronti della Prefettura”.
NOTA DEL COMUNE ALLA PROCURA DI VELLETRI CONTRO IL PREFETTO
Proprio in questo quadro di mezze omissioni e convocazioni solo a certi enti pubblici e non ad altri, si colloca una stizzita nota che il comune di Albano ha inviato ieri, martedì 27 luglio, alla Procura di Velletri, che rischia di generare un vero e proprio cortocircuito giudiziario ed istituzionale: “Con stupore – scrive il comune di Albano nella missiva di fuoco inviata, oltreché alla Procura, anche a Prefetto di Roma, comune di Roma, Ama e Regione e che il nostro giornale ha potuto consultare – si è appreso dalla stampa che nella giornata di ieri (lunedì 26 luglio, ndr) si sarebbe tenuto un incontro presso la Prefettura di Roma, alla quale avrebbero partecipato il Sindaco Virginia Raggi (non è dato comprendere se quale rappresentante di Roma Capitale o della Città Metropolitana), Dirigenti della Città Metropolitana e della Regione Lazio, la Ecoambiente s.r.l. e l’AMA s.p.a. Ancora una volta il Comune di Albano Laziale sarebbe stato escluso dall’incontro nonostante la discarica insista sul proprio territorio. Nel corso della riunione, sempre secondo la fonte giornalistica, si sarebbe analizzato il problema del mancato rilascio delle fideiussioni a favore della Ecoambiente s.r.l. indispensabili per consentire la riapertura della discarica”.
L’INTERDITTIVA ANTIMAFIA SUL GRUPPO CERRONI?
“E’, infatti, evidente – continua il comune – come non sia possibilità procedere alla riapertura di una discarica chiusa in assenza dei preventivi accertamenti sulla validità dell’AIA (anzi, contro di essa pendono 2 ricorso al Tar del Lazio, uno dei cittadini e uno del comune, più una querela penale di più di qualche mese fa, ndr) e sul superamento dei livelli di contaminazione della falda acquifera sottostante il VII invaso nonché dei pareri ambientale e tecnico-sanitario. Si rammenta che l’art. 191 TUA, nel consentire l’adozione temporanea di ordinanze contingibili ed urgenti per la gestione dei rifiuti, non permetta in ogni caso la deroga alle disposizioni contenute nelle direttive dell’Unione Europea, dovendosi comunque garantire un elevato livello di tutela della salute e dell’ambiente”.
“AIA ILLEGITTIMA, VIOLAZIONE DELLA NORMATIVA UE SUI RIFIUTI”
“Pertanto – rincara il comune – ove le ordinanze della Città Metropolitana fossero state emesse in assenza della documentazione indicata nel decreto presidenziale, ciò determinerebbe non solo l’illegittimità dell’atto amministrativa ma costituirebbe anche una violazione della normativa in materia di smaltimento dei rifiuti, accertabile in via autonoma anche in sede penale nell’ambito del potere-dovere attribuito al giudice di verificare in via incidentale la legittimità formale e sostanziale delle ordinanze contingibili ed urgenti. Con l’auspicio che lo scrivente Comune venga invitato ai futuri incontri si resta in attesa di un sollecito riscontro in merito a quanto sopra evidenziato”.
SENATRICE FATTORI INCALZA Il PREFETTO SULL’ANTIMAFIA
E proprio sull’interdittiva antimafia che grava sulla società Pontina Ambiente, proprietaria dell’immondezzaio albanense, e che rischia di far implodere le autorizzazioni che sono alla base del riavvio del VII invaso della discarica, la senatrice Elena Fattori di Genzano ha presentato la scorsa settimana una richiesta di accesso agli atti urgente al Prefetto di Roma, Matteo Piantedosi. Così ha annunciato lei stessa nel corso delle proteste che si sono tenute ad Albano domenica sera 26 luglio. Richiesta, la sua, che rischia di generare un ulteriore tsunami istituzionale e politico, oltreché giuridico, che coinvolgerebbe anche e soprattutto il Prefetto di Roma, dottor Matteo Piantedosi.