Dopo 14 anni di militanza nel partito, Nicoletta Zuliani ha lasciato il Pd e ha annunciato che si candiderà Sindaco sostenuta al momento da Azione. La consigliera di opposizione capogruppo in Consiglio, ora approdata al gruppo misto, si dice «sconquassata dentro» quando ha preso la decisione di lasciare il Pd, «ma una volta fatto il passo, più leggera». La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata, probabilmente, la decisione del Partito Democratico di presentarsi alle elezioni a sostegno di Damiano Coletta Sindaco senza il simbolo di partito. Al momento questa scelta non è confermata e ci sono riunioni in corso per prendere la decisione definitiva, ma l’orientamento del partito anche dopo l’arresto di Claudio Moscardelli sembra essere questo. Ma non è l’unica motivazione: per Zuliani non è tollerabile il modus operandi del leader Lbc, che a suo avviso si confronterebbe solo con alcuni prescelti esponenti del Pd lasciando senza risposte altri. «Se mi releghi a un posizione non utile per poter fare le cose vado altrove – dichiara -. Per dignità ho scelto la mia strada».
In pochi giorni ha lasciato il Pd e si è candidata Sindaco. Era già in programma?
«Mi sono sentita sconquassata dentro quando ho dovuto lasciare il Pd, ma una volta fatto il passo mi sono sentita più leggera. Poi c’è stata una nuova proposta, che non avevo programmato. Ho lasciato il Pd per lasciare il Pd ed ero pronta a tornare alla vita di prima. Poi ci sono state le premesse del gruppo solido di Azione che mi ha proposto di candidarmi. Ho valutato di mettere in gioco la mia esperienza, la mia storia e la mia persona a servizio della comunità che può essere una risorsa, e ho accettato. È stato fatto tutto velocemente, ma la politica è fatta di momenti in cui le decisioni devono essere prese in fretta».
C’è un dialogo con altre forze politiche?
«Al momento c’è un dialogo con altre forze politico e associazioni, sia da destra che da sinistra. Evidentemente non si ritrovano nell’assetto politico attuale fortemente polarizzato: da una parte c’è il Sindaco improntati a sinistra e dall’altra parte ci sono forze più tradizionali e strutturate come Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. La mia decisione è di scendere in campo con le forze che non si ritrovano in quegli schemi e proposte politiche perché le vedono senza concretezza. Parliamo di categorie sociali, persone che fanno riferimento a professionisti. Mi candiderò con una lista civica al momento appoggiata da Azione. Fuoriuscita da un’esperienza politica strutturata e intensa vorrei lasciare la possibilità di riferirsi a me come figura indipendente fatta di scelte che a volte sono state partitiche, ma che sono frutto di una storia amministrativa e di battaglie».
Lei all’inizio è stata d’accordo alla decisione del Pd di appoggiare Coletta. Cosa è cambiato?
«Inizialmente non ero d’accordo. Facevo parte del gruppo che non voleva appoggiare Coletta perché a mio avviso nel corso del tempo non si è mai dimostrato capace di aggregare e includere. C’è sempre stata una modalità “parziale” di riferirsi al Partito Democratico: solo alcune persone del Pd interloquivano con Coletta. Ritengo che il Sindaco abbia attinto al Pd per spessore politico e capacità di fare, senza aprire ad un rapporto vero e proprio. Non si può avere alleati, ma dialogare solo con coloro che ti sostengono. L’accordo politico è con tutti».
In un post su Facebook ha parlato di difficoltà di dialogo con Coletta. È stato così?
«Quando ho parlato con Coletta e Lbc ho sempre detto la stessa cosa. Ho criticato e considerato fallimentare quanto fatto in tema di personale, rifiuti e urbanistica e credo fosse un mio diritto conoscere quali assessorati avrebbe voluto tenere per sé, se l’incontro tra le due forze politiche aveva l’obiettivo di migliorare. Se il Pd è lì per migliorare qualcosa ha un senso, se Coletta non si sente arricchito da noi vuol dire che è interessato solo ai voti che il partito può portare. Se fossi restata nel Pd avrei dovuto accettare di non conoscere, fino al momento dell’eventuale elezione di Coletta, i suoi progetti per gli assessorati più importanti. Inoltre gli incontri con Coletta avvenivano con uno a uno degli appartenenti al Pd, mai insieme e questo mi fa immaginare che ci sono stanze in cui vengono prese decisioni di cui non tutti sono a conoscenza».
Che ruolo avrebbe voluto avere?
«La mia intenzione era avere un ruolo che mi avrebbe potuto permettere di fare, esercitare e mettere in atto azioni per la città. Se mi releghi a una posizione non utile per poter fare le cose. Se mi releghi a un posizione non utile per poter fare le cose vado altrove. Per dignità ho scelto la mia strada: un leader dovrebbe includere e valorizzare».