Così aveva detto e ribadisce la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio in una nota firmata dalla direttrice Paola Refice. L’alta dirigente, comunicando alla Regione Lazio di non poter essere presente alla Conferenza dei servizi di domani – 8 luglio – ha precisato che “conferma il parere negativo” emesso il 13 maggio scorso. Quella di domani è la seconda seduta del tavolo istituzionale nel quale diversi Enti e istituzioni coinvolte discutono il progetto presentato dalla Paguro Srl. Una operazione che prevede un volume complessivo di 750mila metri cubi, pari a circa 120 palazzi da 10 piani.
Tre i motivi del “No” da parte della Soprintendenza: 1) Le aree interessate sono in parte soggette a vincoli relativi ai corsi d’acqua pubblica e in parte ricadenti in area boscata; 2) Malgrado l’intera zona sia notevolmente urbanizzata, il luogo dove si vorrebbe realizzare la discarica conserva ancora le caratteristiche di un paesaggio naturale; 3) gli unici interventi ammessi sono quelli di riqualificazione (vera) per restituire il sito alla sua vocazione agricola originaria.
Il progetto pertanto risulta “non conforme” alle leggi vigenti e “non compatibile con il contesto di riferimento”. Per approfondire LEGGI QUI
Per l’incontro in Regione di domani 8 luglio, c’è grande attesa. E non solo ad Aprilia. Il mega immondezzaio sulle falde idriche, infatti, servirebbe ad uno degli impianti per rifiuti più strategici del Lazio. Vale a dire il TMB – trattamento meccanico “biologico” – della Rida Ambiente Srl. Una fabbrica autorizzata a ricevere enormi quantità di rifiuti indifferenziati, 409mila tonnellate l’anno. Il quantitativo più alto del Lazio. Domani dovranno essere messe a verbale tutte le posizioni dei vari enti e con ogni probabilità parteciperanno diversi cittadini, che hanno a suo tempo presentato osservazioni anche molto corpose e pesanti.