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Al centro della richiesta di chiarimenti ci sono “sbarre, cancelli, tornelli, muri, siepi” segnalati dalla cittadina e che, come chiarisce la Regione stessa, non dovrebbero impedire il libero e gratuito accesso del pubblico alla spiaggia ed eventualmente verso gli stabilimenti balneari presenti, nemmeno se queste barriere sono posizionate all’ingresso di aree consortili. Il passaggio verso il mare deve essere sempre garantito nelle modalità previste per legge.
A estate iniziata il tema dell’accessibilità delle spiagge torna di attualità. A rispondere alla nostra prima intervista, questa settimana, sono stati il sindaco di Ardea, Mario Savarese, e la presidente della commissione speciale di studio sui consorzi, la consigliera comunale del M5S Antonella Passaretta. Il Caffè tornerà presto sull’argomento consorzi con nuovi approfondimenti.
Il Comune di Ardea ha risposto alla richiesta di informazioni della Regione Lazio? Se sì, cosa è stato comunicato?
(risponde il sindaco)
«Ai Comuni è fatto obbligo di garantire l’accesso al mare secondo quanto riportato nel Regolamento regionale 12 Agosto 2016 n. 19 (BUR 16 Agosto 2016 n. 65) – Disciplina delle diverse tipologie di utilizzazione delle aree demaniali marittime per finalità turistico-ricreative. All’Art. 13 (Varchi di accesso all’arenile) si chiarisce in modo inequivocabile che l’accesso al mare deve essere garantito a chiunque e che eventuali varchi per poter raggiungere l’arenile non devono essere distanti tra loro più di 300 metri. In particolare il comma 5 riporta: È fatto obbligo altresì ai Comuni di porre in essere tutti gli adempimenti necessari affinché le unità abitative, compresi i consorzi e i residence, adiacenti il demanio marittimo non ostacolino il libero e gratuito accesso all’arenile pubblico. A tal fine il Comune adotta gli opportuni provvedimenti per garantire la presenza di un varco ogni 300 metri e vigilare sulla libera fruibilità degli stessi».
«Ardea – prosegue il sindaco – ha un litorale di 9 km dove gli stabilimenti balneari e le concessioni marittime occupano il 38% dell’arenile. La legge prevede che questi possano arrivare fino al 50% e sappiamo che molti comuni sono illegalmente ben al di sopra di tale soglia. Ma torniamo agli accessi al mare: ce ne sono ben 37 prevalentemente nei tratti delle spiagge libere. I rimanenti accessi sono garantiti dai consorzi nel litorale sud (10 in tutto) Questi occupano un fronte mare di circa 2,5 km e tipicamente l’ingresso all’area consortile è consentito con l’automobile solo ai consorziati o ospiti del villaggio. Tuttavia anche in questo tratto di mare ogni consorzio garantisce uno, due, talvolta anche tre, liberi varchi pedonali. Le indicazioni del regolamento regionale sono dunque ampiamente rispettate su tutti i 9 km di costa».
La Regione ha chiarito che la presenza di consorzi e residence non deve ostacolare il libero e gratuito accesso alla spiaggia. A stagione estiva iniziata è bene chiarire una volta per tutte un punto fondamentale: coloro che ad Ardea desiderano accedere a piedi alla spiaggia, o agli stabilimenti balneari presenti, possono oltrepassare liberamente eventuali cancelli e sbarre?
(risponde il sindaco)
«È inutile negare che la “diatriba” riguarda esclusivamente il tratto della costa “occupato” dai consorzi, proprio per il fatto non è consentito a tutti l’ingresso in auto nelle aree consortili; ma occorre fare una precisazione importante: i consorzi al loro interno non hanno parcheggi pubblici e le aree disponibili per le auto sono limitate a quelle delle abitazioni; inoltre l’intera area è privata. L’accesso al mare tuttavia è ampiamente garantito ai pedoni e naturalmente anche in auto alle persone con disabilità motoria».
Per quanto riguarda i consorzi marini di Ardea, su quale direttrice di lavoro si sta muovendo la commissione consiliare che lei presiede? Quali sono le criticità rilevate finora e quali sono gli obiettivi?
(risponde Antonella Passaretta)
«Per ciò che mi riguarda, da quando è stata istituita la commissione speciale di studio sui consorzi nel giugno del 2019, ha lavorato principalmente sui due consorzi più grandi che insistono sul territorio di Ardea: Lido dei Pini – Lupetta, consorzio marino, e Colle Romito, che invece non lo è. È stata portata inoltre in commissione, per approfondirne il contenuto, la convenzione del consorzio Tor San Lorenzo Lido (La Sbarra). Solo per affrontare questo lavoro la commissione ha analizzato 263 documenti per il consorzio Lido dei Pini – Lupetta e ben 409 per Colle Romito, la cui bozza di relazione/proposta è ancora in fase di elaborazione e completamento. Documenti ovviamente presenti nei faldoni del Comune, mentre per i rimanenti consorzi marini non sono presenti ad oggi, nell’archivio comunale, faldoni da poter consultare: il poco materiale pervenuto alla commissione è stato fornito o dai consorzi stessi o da volenterosi cittadini».
«La storia e le criticità riguardanti i consorzi – afferma Passaretta – sono sedimentate negli ultimi 70 anni, da qui le difficoltà emerse anche per trovare i documenti, i quali, principalmente interessano alla commissione, essendo la stessa una commissione speciale di studio. Molte informazioni di carattere generale, che riguardano un po’ tutti i consorzi marini di Ardea, le troviamo nel lavoro che svolse l’architetto Domenico Albanese su incarico dello stesso Comune di Ardea. Albanese li descrive come “consorzi di lottizzazione” nati tra gli anni ‘50 e ‘60; di fatto all’epoca, queste realtà abitative si potevano definire oasi lontane sia dal centro di Pomezia, che in seguito di Ardea e la loro “autonomia” faceva gioco un po’ a tutti; che quelle zone, al tempo decentrate, provvedessero in autonomia alle opere infrastrutturali fu certamente un risparmio per l’Ente. È pur vero, che negli anni, le lottizzazioni non hanno però rispettato del tutto sia i confini che le aree destinate al comune. Nel 2021, sempre più, la necessità dei cittadini di poter fruire a 360° del litorale, come pure la possibilità di uno sviluppo maggiore dell’economia legata al mare si fa sentire, e quindi queste “chiusure” sono tornate alla ribalta».
È stata chiarita la natura giuridica dei consorzi marini di Ardea? Cosa dice in merito la documentazione in possesso del Comune?
(risponde Antonella Passaretta)
«Lo stato giuridico dei consorzi marini è di consorzi volontari, in quanto le allora strade di lottizzazione non furono mai acquisite dall’ente (vedi Albanese). Da illo tempore fino ad oggi, questa situazione ha costituito un evidente risparmio per l’ente, Comune di Pomezia prima, Comune di Ardea poi. Fatto è, che attualmente, la necessità di fruire dell’arenile sta divenendo prioritaria rispetto all’eventuale risparmio. Una particolarità sta nel fatto che premono per l’apertura cittadini che vivono e hanno proprietà nei consorzi stessi».
«Come già accennato, il lavoro più importante sullo “stato giuridico” dei consorzi marini lo fece appunto l’architetto Albanese, i documenti a nostra disposizione, tramite lui, dicono che i consorzi nati appunto da lottizzazioni fra gli anni ‘50/’60, sono consorzi di lottizzazione volontari. Personalmente mi sono chiesta: come mai fu incaricato Albanese per un’opera analitica del territorio così importante e poi tutto cadde nel silenzio? Penso che trovare la via media, per avere il massimo della fruibilità del litorale rispettando la necessità di sicurezza di chi vive nei consorzi marini sia uno degli obiettivi di questa amministrazione».