Condanna definitiva per l’assistente capo della polizia penitenziaria Patrizia Caschera, di 58 anni, trovata tre anni fa dalla squadra mobile con diverse armi e munizioni nascoste nella sua abitazione nella zona del Villaggio Trieste, nel capoluogo pontino. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dell’imputata. La 58enne è stata condannata dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Pierpaolo Bortone, a tre anni di reclusione, una pena poi ridotta dalla Corte d’appello di Roma a due anni e quattro mesi. Era il 13 luglio 2018 quando, perquisendo l’abitazione dell’assistente capo, la Mobile scovò quattro pistole e decine di proiettili di provenienza clandestina, nascosti in un armadio. Più nello specifico: una pistola Beretta calibro 9×21, con matricola punzonata e dotata di un silenziatore, una pistola Sig Sauer calibro 9×21, un revolver Smith & Wesson calibro 45 e un altro revolver North Aerican Arms modello Mini Master calibro 22. Gli investigatori sospettarono che la 58enne custodisse quel piccolo arsenale per conto di qualcuno e che quelle pistole potessero essere impiegate per compiere intimidazioni o rapine. Le armi vennero quindi sequestrate e l’assistente capo messa in carcere.
17/06/2021