L’ESPOSTO DI CITTADINI, ASSOCIAZIONI E COMITATI
Almeno questa è la tesi – corredata da foto dettagliate della zona – contenuta in un esposto sottoscritto dall’associazione ‘Legambiente, Appia sud – Il Riccio’, presieduta da Nicola Passeretti, dal Comitato di quartiere ‘Pavona Uno’, presieduto da Salvatore Stefanelli, nonché dal consigliere comunale Marco Alteri e inviato quest’oggi, mercoledì 9 giugno, a: Procura di Roma, Carabinieri del Noe (Nucleo Operativo Ecologico), Carabinieri Forestali, Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino Centrale, Polizia Locale di Roma, Arpa Lazio e infine Dipartimento Ambiente della Città Metropolitana di Roma.
IL PROGRAMMA IMMOBILIARE IN PILLOLE
Parliamo dell’esteso programma immobiliare che i cittadini della zona definiscono ‘quartiere-ghetto’: per l’appunto 1.000 nuovi appartamenti che ospiteranno circa 4000 nuovi abitanti. Un’operazione ‘politica’ voluta dal Campidoglio a trazione grillina, che ha concesso l’ultimo e decisivo via libera, nonché grazie ai lauti finanziamenti di Cassa Depositi e Prestiti, proprio nei pressi della trafficatissima via Cancelliera.
IL ‘QUARTIERE GHETTO’
“Il Comune di Roma – questa è la posizione dei promotori della raccolta firme in corso su vari comuni dei Castelli, con lo scopo di chiedere l’apertura di un tavolo politico di confronto tra i vari Enti pubblici responsabili della lottizzazione, per ridurre l’impatto del nuovo quartierone romano sui comuni di Albano, Castel Gandolfo e Pomezia – invece di promuovere progetti di rigenerazione urbana e vera inclusione sociale per i cittadini in difficoltà, preferisce costruire nuove case in estrema periferia, aggravando problemi già importanti relativi al consumo di suolo, scarsità di risorse idriche, servizi sociali inesistenti e senza alcun rispetto della tradizione e storia antropologica di territori già oggetto di scempi urbanistici. In un simile contesto 4.000 nuovi cittadini saranno necessariamente “deportati”, perché privi dei servizi più essenziali, oltre che emarginati e impossibilitati a sperimentare una qualsiasi forma di vera inclusione sociale”.