Tutti guardano al “nuovo” progetto di discarica alla Cogna. Tuttavia la scottante vicenda si inserisce in un contesto più ampio con tappe precedenti. Da dove arriva questa asserita esigenza di un mega-immondezzaio al confine tra Aprilia e Ardea e a due passi da Lido dei Pini, Anzio? Come mai la bonifica del sito, pur riconosciuta necessaria e persino appaltata in passato, non è mai stata effettuata? Dipende tutto dall’imprenditore che vuole praticare e ingrandire il proprio business, che peraltro si è rivelato un salvagente per Roma in mano alla Raggi in varie occasioni?
Se n’è parlato nell’Aula del Consiglio comunale di Aprilia. Un incontro tra cittadini, consiglieri comunali e consiglieri regionali votati in provincia di Latina e consiglieri provinciali pontini.
Durante l’incontro tenutosi lunedì 10 maggio nella sede della massima assise civica, si è fatto notare l’intervento di Rosalba Rizzuto attivista delle associazioni La Città degli Alberi e TuteliAMO. Non solo come cittadina ma anche come tecnico. La dottoressa Rizzuto è infatti geologa, da sempre attenta alle questioni ambientali del territorio.
In particolare, ha puntato il dito sulle «azioni contraddittorie in questi anni che hanno favorito le aziende private, per superficialità nelle autorizzazioni, mancata tutela e controllo del territorio».
Di seguito, l’intervento della dottoressa Rizzuto, che tra l’altro è una delle firmatarie di un corposo dossier inviato alla Regione Lazio contro il progetto della discarica Paguro.
La geologa fa la “radiografia” del percorso che ha portato allo spettro della discarica, collegata alla lavorazione di enormi quantità di immondizia non differenziata ad Aprilia dove c’è la grande fabbrica di balle per inceneritori. Uno stabilimento chiamato Rida Ambiente, l’impianto di Trattamento Meccanico “Biologico” sul quale il Comune di Aprilia ha dato alcuni “Sì” fondamentali (LEGGI QUI NOSTRA INCHIESTA http://archivio.ilcaffe.tv/leggi/?n=aprilia385#3)
L’intervento della dottoressa Rizzuto, una sorta di j’accuse al Sindaco e alle Amministrazioni comunali passati e presente, elenca 5 punti essenziali. Eccoli…
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«Mi chiamo Rosalba Rizzuto dell’associazione CittaÌ€ degli Alberi, sono una geologa, vivo da sempre ad Aprilia e conosco la storia del nostro territorio, dal punto di vista tecnico e come attivista impegnata, dai tempi della vertenza contro la centrale Turbogas. Esattamente come nel 2016 – quando partecipammo con l’ex consigliera Carmen Porcelli alla conferenza dei servizi sul progetto della Paguro presentando insieme le osservazioni – ribadiamo l’ennesimo NO contro una discarica che, da allora, aleggia come uno spettro su Aprilia. Per le domande, purtroppo, c’eÌ€ sempre troppo poco tempo, percheÌ le risposte richiedono il difficile esercizio dell’onestaÌ€ di fronte ai nodi fondamentali. Tuttavia, la domanda, l’unica, eÌ€: che coerenza c’eÌ€ negli atti amministrativi? La volontaÌ€ dei cittadini eÌ€ stata ampiamente documentata nelle osservazioni, presentate ed in fieri, alla Regione (tutela della salute, tutela del territorio, tutela dell’ambiente, impiego del denaro pubblico per indagini dei siti inquinati senza peroÌ€ bonifiche dei terreni, spesa sanitaria per le patologie indotte dall’inquinamento degli impianti autorizzati), ma prima di arrivare alla difesa del territorio, dovremmo tutti riflettere su alcuni punti, per evitare in futuro il ripetersi di gravi errori:
1) il comune di Aprilia, in analogia con quanto fatto col TMB di proprietaÌ€ di una societaÌ€ riconducibile alla Paguro, ha spianato la strada alla possibilitaÌ€ di realizzare un deposito di rifiuti tra le abitazioni, contro ogni norma di legge, e in aree agricole. Oggi perora la causa della popolazione, ma per consentire l’ampliamento del TMB nel 2012 non ha esitato a ratificare in consiglio comunale la destinazione d’uso “temporanea” del sito da agricola vincolata ad industriale. NeÌ ha esitato ad ignorare gli appelli dei cittadini molestati dal TMB.
2) i cittadini di Aprilia subiscono ogni tipo di miasma senza che la massima autoritaÌ€ provveda alla tutela della salute della popolazione: siamo circondati dalle puzze, non passa sera e notte senza che, dal centro alla periferia piuÌ€ estrema, non si respirino fumi causati da roghi di plastiche bruciate, cappe all’olio rancido, esalazioni di rifiuti. Emissioni che bruciano occhi e gola, potenzialmente cancerogene!
3) Ad Aprilia non abbiamo nessuno strumento pianificatorio atto a tutelare e salvaguardare il territorio dall’insediamento di qualunque tipologia di impianto inquinante e in qualunque tipo di uso del suolo: persino i vincoli sovraordinati, come aree boschive e acque pubbliche sono state oggetto di richiesta di declassamento da parte dell’amministrazione, la stessa amministrazione che sostiene di promuovere l’attivitaÌ€ agricola locale e i prodotti di eccellenza, noncheÌ incentivare l’acquisto a chilometro zero.
4) l’amministrazione ha fatto proprio il mio suggerimento di trasformare la cava (dov’è prevista la discarica Paguro, ndr) in un parco, garantendo il mantenimento dell’originaria vocazione ed uso civico dell’area, ma evidentemente presa dall’entusiasmo per l’idea, non ne ha colto il senso profondo: l’opportunitaÌ€ di trasformare la cava in un parco tematico, per valorizzare gli aspetti geologici, messi in luce dalla interferenza antropica pregressa.
L’amministrazione, inoltre, incoerentemente con quanto oggi afferma, cioeÌ€ di voler tutelare il paesaggio, non ha mai:
• preteso il ripristino dell’area al termine dell’attivitaÌ€ mineraria autorizzata in via Savuto;
• chiuso il fondo impedendo l’accesso ai criminali che lo hanno inquinato (negli anni passati, ndr), pur a fronte di segnalazioni protocollate;
• apposto i gravami su quei lotti contaminati, consentendo invece la normale compravendita tra privati!
5) Infine, malgrado la Regione Lazio abbia stanziato circa 600 mila euro per provvedere alla caratterizzazione (analisi degli inquinanti presenti per poi poter bonificare, ndr) delle ex discariche, autorizzate e non, sul nostro territorio, il Comune di Aprilia nell’avviare la procedura ha dato la precedenza proprio al sito ove un privato vorrebbe realizzare una discarica. L’iter per la caratterizzazione che il Comune avrebbe dovuto eseguire, usufruendo dei fondi regionali, eÌ€ stato abbandonato improvvisamente, proprio per concedere al privato la possibilitaÌ€ di avviare l’indagine conoscitiva sul terreno di La Cogna e poter cosiÌ€ presentare un progetto di bonifica, e chiedere poi, in cambio, l’autorizzazione per una discarica.
La domanda eÌ€ la stessa: eÌ€ coerenza questa? Quando si assumeraÌ€, il sindaco, le responsabilitaÌ€ di tutto questo?».