Com’è finita da queste parti una professionista del tuo livello?
«Mia madre e mio fratello vivono a Nettuno, io sono reduce da una gravidanza e cercavo una palestra in zona dove potermi allenare per rimettermi in forma il prima possibile in vista della prossima stagione. Mi è stata indicata l’Onda Volley e devo dire che non potevano consigliarmi scelta migliore, perché ho trovato l’ambiente perfetto per ricominciare. Il presidente Davide Garzi è stato contentissimo di accogliermi, facendomi sentire a casa da subito. Mi sto divertendo, con le ragazze si è già creato un ottimo feeling dopo un mese e mezzo insieme, ridiamo e scherziamo, è una sorta di piccola famiglia. Ci sono i presupposti per creare legami futuri anche al di fuori dalla palestra».
A che livello hai trovato la squadra, attualmente immersa nella preparazione dei playoff di Serie C?
«Sinceramente reputo che la rosa si attesti su un buon livello per la categoria, il gruppo è tecnicamente valido e mette in pratica le idee tattiche del mister. In allenamento, poi, sono tutte determinate e non mancano scambi anche molto intensi…».
A tal proposito, dai racconti che ci giungono qualche ragazza torna a casa con le braccia piuttosto arrossate.
«Tra me e capitan Eleonora c’è un conto aperto, il suo obiettivo è sempre farmi muro e out: a volte riesce a limarmi le unghie, altre volte sono io a scattarle qualche bella fotografia (ride, ndr). Desirée Mennella è una delle mie vittime preferite, l’ultima volta aveva davvero il braccio rosso dopo aver provato a respingere un mio attacco, ma ci scherziamo su. Loro mi chiedono di insistere e sono felice di poter fungere da stimolo».
Che ne pensi della filosofia societaria di puntare sempre sui giovani del territorio?
«Anche io sono partita da una piccola realtà come Sorgane, un quartiere di Firenze ai confini con Bagno a Ripoli, il mio paese natale. Giocavo con l’attuale EuroRipoli, dove Matteo Morettini aveva la stessa mentalità, assolutamente condivisibile. Sono d’accordo con la volontà di puntare sui giovani, purché lanciati in un contesto dov’è presente il giusto mix anche con atleti più esperti. Bisogna far giocare chi è forte e merita, a prescindere dall’età, perché alla fine il giudice è sempre il campo, in qualsiasi categoria».
Nel 2015 ti sei laureata campione d’Italia con Casalmaggiore, ma vanti anche un doppio oro con la Nazionale (agli Europei Under-19 nel 2010 e ai Mondiali Under-20 nel 2011) e la Challenge Cup 2019 con Monza: a quale successo sportivo sei più legata?
«Senza nulla togliere alle altre vittorie, confesso di essere legatissima allo scudetto. Fu un anno meraviglioso non solo per il titolo, ma anche perché mai avevo trovato una squadra così affiatata: spogliatoio compatto nelle difficoltà, gruppo in totale sintonia, tutte a remare nella stessa direzione. Personalmente, poi, riuscii ad impormi da protagonista per più di metà stagione, compreso il set decisivo di gara 5 contro Novara».
Dopo la vittoria dello scudetto ti sei trasferita in Francia per giocare in Ligue A, un’esperienza durata solo metà stagione: troppe differenze tra i due Paesi o problemi di ambientamento con annessa nostalgia di casa?
«Andai in Francia per trovare più spazio, ma notai subito differenze tra i due campionati. Quello italiano è uno dei più competitivi al mondo e io volevo tornare a confrontarmi con un livello superiore».
Come hai vissuto la pandemia, sia dal punto di vista sportivo che personale?
«Ci sono stati pro e contro. Da una parte l’ho vissuta meravigliosamente, perché sono rimasta incinta e non poteva capitare anno migliore per la mia carriera pallavolistica. D’altro canto, non è facile restare chiusi in casa e trascorrere una gravidanza lontana da tanti affetti cari. Penso a mia sorella a Firenze, che ancora non ha avuto modo di conoscere mia figlia».
Ci salutiamo con un auspicio, che le strade possano nuovamente incrociarsi in futuro…
«Qui mi trovo benissimo, ho anche preso casa nuova con mio marito ad Anzio. Chissà, a fine carriera il mio percorso potrebbe incontrarsi nuovamente con quello dell’Onda Volley, magari in Serie B, a metà strada. A dire il vero ho già accennato l’idea al presidente Garzi, mai dire mai…».
Manuel Gavini