«SOSPENDETE IL FALLIMENTO»
Italia Nostra ha chiesto anche un intervento per la sospensione delle procedure di messa all’incanto, cioè l’asta. Ma trattandosi di un fallimento decretato ormai dieci anni fa, è difficile che il curatore fallimentare possa prendere in considerazione un’ipotesi del genere. Italia Nostra ci ha tenuto a ricordare nella missiva il grande lavoro svolto dal compianto Giancarlo Bovina, lo stimato geologo di Latina deceduto improvvisamente quattro anni fa durante un’escursione. Il professionista si è prodigato in ogni modo per l’istituzione dell’Area sorgiva del Monticchio (questo è il nome dell’area protetta).
SI MUOVE IL PD IN REGIONE
Con un’apposita mozione presentata in Regione, la richiesta di intervento è stata accolta dal consigliere regionale del PD Enrico Forte per “impegnare consiglio, presidente e giunta affinché la Regione intervenga con propri fondi per acquisire l’area, in virtù del pregio storico e ambientale della zona”. All’appello ha risposto anche il Comune di Sermoneta con una nota di puntualizzazione.
LA RISPOSTA DEL COMUNE
Rischi di stravolgimento dell’area protetta non ce ne sono – dice l’Amministrazione guidata dalla Giovannoli – perché il rilascio dei nulla-osta e di qualsiasi tipo di permesso urbanistico spettano preventivamente al Comune, sia per le proprie competenze ordinarie che in qualità di ente gestore dell’intero comprensorio. Quindi, sembra di capire, i vincoli ambientali imposti con il decreto istitutivo dell’Area sorgiva del Monticchio non lasciano margini di manovra per progetti d’uso diverso dell’area ed è tutto interesse dell’Amministrazione affinché la stessa diventi un punto di riferimento naturalistico e culturale del territorio. Tant’è – sottolinea l’Amministrazione di Sermoneta – che il regolamento di gestione chiesto dagli ambientalisti è già in avanzata fase di elaborazione e verrà presto sottoposto alla valutazione delle commissioni consiliari competenti e del consiglio comunale. Italia Nostra, dice in sostanza il Comune, sta prendendo un abbaglio.
COSA DICONO GLI ATTI
In realtà gli atti dicono altro e vi sono alcuni dettagli che rendono ancora più preoccupante il quadro che si sta delineando, anche se non citati dall’associazione ambientalista. Andiamo a vedere. Intanto pur essendo unica la procedura di vendita, i lotti messi all’asta sono due: l’altro riguarda la gigantesca cava di Valvisciolo dove sono presenti immobili, strutture e materiali (cumuli di ghiaia, brecciolino e sabbia già estratti) che potrebbero rientrale nella partita. E ancora: è lo stesso curatore fallimentare a precisare nella sua relazione per la vendita che tutti gli edifici costruiti a suo tempo all’interno del comprensorio (quasi 20 ettari) sono tutti abusivi ma sono ancora sanabili. Non solo.
“SOLO ALL’INTERNO DI UNA COMPLESSA PROCEDURA DI LOTTIZZAZIONE…”
La stessa relazione del curatore fallimentare, dopo aver anticipato dell’esistenza sull’intero lotto dei vincoli derivanti dal Monumento Naturale, chiarisce che quegli immobili sono “… sanabili – con il fine di trasformazione/trasferimento di pari volumetria – solo “all’interno di una complessa procedura di lottizzazione negoziata con il Comune, previa la definizione ed approvazione di uno specifico intervento di riqualificazione dell’area, che tenga conto delle specificità storico-naturalistiche, già emerse da apposito studio ed alla base della promozione dell’area peritale a Monumento Naturale ‘Area sorgiva del Monticchio’”. Dice poi il curatore: “Non è stato possibile definire il suddetto costo per il perfezionamento della sanatoria in parola, in quanto l’importo preciso da pagare verrà calcolato dal Comune al momento dell’eventuale approvazione del suddetto intervento di riqualificazione dell’area da parte del Comune”.
IMMOBILI ABUSIVI E SANATORIA IN VISTA?
Ove non fosse ancora chiaro il concetto, nelle note finali della relazione si precisa questo: “Per gli immobili realizzati in violazione della normativa urbanistico edilizia, l’aggiudicatario potrà ricorrere, ove consentito, alla disciplina dell’art. 40 della legge 28 febbraio 1985, n. 47 come integrato e modificato dall’art. 46 del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, purché presenti domanda di concessione o permesso in sanatoria entro 120 giorni dalla notifica del decreto di trasferimento”.
E siccome la relazione si basa su una perizia specifica richiesta proprio dalla curatela fallimentare (molto dettagliata su questi passaggi). Sorge una domanda: tali indicazioni sono state inserite nell’atto di vendita senza consultare i competenti uffici comunali o comunque prelevarne a loro insaputa i relativi documenti? Ed eventualmente cosa ha risposto e/o cosa farà il Comune? Ecco perché nella partita potrebbe rientrare anche la cava di Valvisciolo. Ma c’è un ultimo aspetto preoccupante da considerare.
FORTI RIBASSI PER IL “GIOCO” DELL’ASTA DESERTA
Di solito le vendite con le aste fallimentari non vengono mai aggiudicate al primo tentativo anche se l’offerta minima, come in questo caso, è già stata ribassata del 25% rispetto al prezzo base. La procedura prevede che in assenza di offerte venga indetto un secondo incanto con ulteriore ribasso del 25%. Senza offerte si procede nello stesso modo fino ad un massimo di cinque tentativi. A quel punto il prezzo è talmente basso che le offerte arrivano comunque e l’acquirente alla fine non ci paga nemmeno le tasse per il passaggio di proprietà.
L’allarme di Italia Nostra quindi non sembra infondato. Per un piatto di lenticchie potrebbe passare di mano per scopi ancora da capire un’area che ha un’importanza enorme non solo sotto il profilo naturalistico ma anche e soprattutto sotto quello storico. Dalla cava del Monticchio infatti sono stati estratti i primi materiali che hanno permesso la costruzione delle strade e delle opere realizzate con la bonifica integrale alla fine degli anni venti del secolo scorso: cioè quando la città di Littoria-Latina era ancora di là dall’essere solo immaginata. Ma questa è un’altra storia…