“Una volta appresa la notizia della paventata chiusura del centro di medicina legale di Pomezia – spiega il primo cittadino – ci siamo tempestivamente attivati e contattato il presidente dell’Inps Pasquale Tridico sottolineando l’importanza che riveste la struttura sul territorio cittadino, ben oltre i confini del comune di Pomezia. Il presidente Tridico, che ringrazio per la disponibilità e la comprensione, ha verificato la situazione e trovato in breve tempo una soluzione, assicurandoci che l’ufficio di medicina legale di Pomezia resterà attivo almeno un giorno a settimana, mantenendo così lo stesso numero di appuntamenti che svolgeva in media fino ad oggi”.
“Da parte nostra continueremo a mantenere alta l’attenzione e, grazie alla pronta risposta dell’Istituto, sono certo che si riuscirà a trovare una soluzione condivisa che tenga conto delle esigenze dei tanti lavoratori, ma soprattutto di tutti quei cittadini che quotidianamente si rivolgono all’ufficio di medicina legale dell’Inps per l’erogazione di alcuni servizi che riteniamo fondamentali”.
L’addio della medicina legale all’Inps di Pomezia avrebbe generato disagi per un bacino di utenza di circa 400mila persone, tra Pomezia, Ardea, Anzio, Nettuno e alcune città dei Castelli Romani. Dal 2007 – anno della chiusura dei centri di medicina legale di Albano e Anzio – quello di Pomezia era l’ultimo rimasto. Se anche questo dovesse chiudere, i cittadini dovrebbero rivolgersi alla sede di via Tuscolana per pratiche come l’invalidità, la Naspi e la malattia, o altre pratiche relative a questioni di lavoro.
Diverse erano state le interrogazioni e le mozioni annunciate in questi giorni dal Partito Democratico locale, regionale e nazionale. La prima, a firma Mengozzi-Zanin, consiglieri comunali dem di Pomezia, in cui si impegnava l’amministrazione comunale a intervenire per evitare la perdita del servizio. Poi la consigliera regionale Michela Califano (che è anche commissario del circolo locale del Pd) aveva annunciato un’interrogazione alla Pisana. Infine il senatore Bruno Astorre si era rivolto direttamente al ministro delle Politiche sociali, Andrea Orlando, domandando se fosse a conoscenza del problema e richiedendo un intervento urgente.
Pare che per ora, grazie all’intervento del presidente dell’Inps, interessato dal Comune di Pomezia, il pericolo sia scampato.