I due artisti quarantenni, partiti dai graffiti, hanno seguito un percorso ventennale nell’urban art eseguendo con differenti tecniche e stili diversi murali e dipinti lasciando il segno della loro arte da Roma a New York. Un duo che collabora in modo unitario ormai da anni, nonostante le diversità di stile e le opere realizzate singolarmente.
Per la realizzazione delle loro opere utilizzano spray, vernici acriliche, stencil, stucco a base cementizia.
Il murale è stato impresso dagli artisti su due lati di una struttura a cubo, a circa 3 metri di altezza, che sovrasta l’ingresso dell’edificio per una superfice totale di 100 mq. I materiali utilizzati dagli artisti sono spray acrilico, quarzo a rullo e spatolate di cemento per i bassi rilievi. I bassorilievi rimarcano la tecnica usata dal maestro nel modellare il bronzo nella creazione delle sue statue. Nella rappresentazione del volto di Manzù sono infatti presenti le medesime striature di materico eseguite in cemento e spray acrilico proprio per dare questa sensazione di bronzo lavorato.
Gli artisti hanno sfruttato l‘angolo dalla struttura dell’edificio per rappresentare i due volti: da una parte Manzù che osserva e contempla sull’altra facciata la sua opera, dalla quale partono forme e linee che ne accarezzano e circondano il volto, creando così una dimensione dove artista e opera si influenzano reciprocamente fino quasi a fondersi e diventare una cosa sola.
«L’opera è un mix dei due diversi stili che, unendosi tra loro, creano qualcosa di unico e originale grazie anche alla totale libertà lasciata agli artisti nella realizzazione del murale, nella scelta dei soggetti e dei colori», spiegano i due artisti.