Tosini arrestata: «Governava illecitamente i rifiuti nel Lazio»
Totalmente asservita agli interessi dell’imprenditore dei rifiuti, Valter Lozza, proprietario di due delle tre discariche attualmente aperte nel Lazio e patron del progetto per la mega-discarica a Monte Carnevale, a Roma. Così viene inquadrata la figura chiave dell’ing. Flaminia Tosini nell’ordinanza che ha disposto l’arresto del capo della Direzione politiche ambientali e ciclo dei rifiuti della Regione Lazio.
In tale ruolo nevralgico, la donna avrebbe governato “illecitamente” la gestione di questo delicatissimo settore nel quale girano volumi d’affari impressionanti, assoggettando – secondo l’accusa – l’intera struttura regionale da lei comandata agli interessi privati in cui lei sarebbe invischiata. Nell’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, ci va giù duro il giudice per le indagini preliminari, Annalisa Marzano. La sua ricostruzione accoglie quella della Procura di Roma. I Procuratori aggiunti Paolo Aiello e Nunzia D’Elia, indagano per corruzione, concussione, falso ideologico e turbata libertà di procedimento di scelta del contraente. E non c’è di mezzo solo Monte Carnevale, l’area tra l’11° e il 12° Municipio scelta per dare sfogo all’immondizia di Roma e trasformarla in una nuova Malagrotta. Una scelta che poco dopo la notizia dell’arresto di Flaminia Tosini e di Lozza, ha innescato la richiesta di cancellare l’Ok dato al progetto dalla Giunta capitolina della Sindaca Virginia Raggi LEGGI QUI
4 DISCARICHE COINVOLTE
A quanto riferisce l’agenzia di stampa DIRE, l’operazione condotta dal Nucleo operativo ecologico dei carabinieri non riguarda solo la scelta della nuova discarica di Roma, nella ex cava di Monte Carnevale, ma anche l’ampliamento altre tre discariche. Quelle di Roccasecca e Civitavecchia, in provincia di Frosinone e Roma, di proprietà della Mad di Valter Lozza, e la sigillatura definitiva (capping) della sommità di quella di Bracciano.
“MECCANISMO CRIMINOSO ESTREMAMENTE PERICOLOSO”
Scrive la giudice Marzano: “Si tratta di un meccanismo criminoso, ben collaudato, estremamente pericoloso e pregiudizievole sia per la corretta e trasparente individuazione di un sito idoneo alla destinazione dei rifiuti solidi urbani della Capitale, che nella complessiva gestione degli interessi inerenti la gestione delle attivita’ dedite allo smaltimento dei rifiuti e alla gestione delle discariche”. A riprova di tutto ciò, precisa il magistrato nell’ordinanza con cui ha fatto arrestare la Tosini e Lozza, “il quadro probatorio raccolto nel corso delle indagini svolte ha svelato con sconcerto che il ciclo integrato dei rifiuti urbani della Regione Lazio è illecitamente monitorato è governato da Flaminia Tosini”.
TOSINI “REGINA” DEI RIFIUTI AL SERVIZIO DELLA LOBBY?
Sempre sull’ing. Flaminia Tosini, il provvedimento cautelare aggiunge: “Costei nella qualità di direttore regionale della direzione Politiche Ambientali e ciclo dei rifiuti anziché destinare le proprie conoscenze tecniche e le proprie funzioni all’interesse pubblico, e in particolare al bene pubblico per eccellenza quale quello della salubrità dell’ambiente, destinava il proprio ufficio e l’intero reparto dedicato al ciclo integrato dei rifiuti, nel quale si muoveva con straordinaria disinvoltura, agli interessi privati di Valter Lozza, con il quale intratteneva una relazione extraconiugale condividendone, però, anche gli affari”.
GIOIELLI, OROLOGI E ALTRI REGALI
Tosini aveva ricevuto da Lozza “oggetti preziosi di consistente valore: borsa, orologio, bracciale marca Cartier, orecchini”, ma non solo. Lo testimonierebbero i molti contatti tra i due arrestati, intercettati dagli investigatori. “La mole di conversazioni captate nel corso delle indagini – si legge ancora nel provvedimento d’arresto di Tosini e Lozza -, dopo un faticoso ed estenuante tentativo di sorprendere la Tosini in dialoghi non criptati, ha permesso di svelare come costei si dedichi, anima e corpo, a tessere relazioni e a muovere pedine per favorire l’attività imprenditoriale del Lozza, agevolata dalla posizione apicale ricoperta all’interno della Regione Lazio”.
“TOTALE ASSERVIMENTO AGLI INTERESSI DI LOZZA”
Secondo l’accusa, in buona sostanza, le serrate indagini hanno “svelato come il totale asservimento delle funzioni pubbliche dell’indagata agli interessi privati del Lozza avesse come contraltare la promessa di una buona fetta dei vantaggi economici e finanziari conseguiti dall’imprenditore grazie alla costante e progressiva espansione imprenditoriale; tale intendimento aveva riscontro immediato nelle periodiche e generose regalie di cui la dirigente ha ampiamente beneficiato”.
UN’INTERA STRUTTURA DELLA REGIONE “RIPIEGATA SUGLI INTERESSI DI LOZZA”
La dirigente Tosini avrebbe inoltre trascinato in questa spirale tutta la struttura posta sotto la sua guida. “L’intero dipartimento della Regione Lazio – prosegue il magistrato -, cruciale per la salvaguardia dell’interesse ambientale del territorio laziale, a causa delle condotte illecite poste in essere dalla sua dirigente, Flaminia Tosini, è stato totalmente ripiegato sugli interessi privati di Valter Lozza” continua la gip Marzano nella ordinanza di custodia cautelare. Secondo la giudice per le indagini preliminari, l’ing. Tosini “pur ricoprendo un incarico piuttosto delicato, con una straordinaria astuzia e inconsueta disinvoltura, ha manipolato la procedura amministrativa volta alla individuazione della prossima discarica di rifiuti solidi urbani della Capitale e lo faceva ricorrendo ad indebite scorciatoie”.
INGANNATO ANCHE IL GOVERNO
Non solo. “Non contenta, orientava le determinazioni regionali – in tema di rifiuti – agli interessi dell’amico imprenditore che gestiva anche le discariche di Civitavecchia e Roccasecca: nel primo caso assicurando a Lozza l’ampliamento della discarica per rifiuti non pericolosi di Civitavecchia e nel secondo caso riuscendo a manipolare le determinazioni di altri organi dello Stato (la Presidenza del Consiglio dei ministri) assicurando a Lozza la conferma dell’innalzamento della quota della discarica di Roccasecca (a mt 16,70 come stabiliti originariamente dalla Regione Lazio)”. L’accusa, inoltre, sottolinea “gli innumerevoli servigi resi a Lozza, in dispregio di ogni minima regola di trasparenza e imparzialità. della Pubblica amministrazione, hanno descritto una donna totalmente indifferente ai risvolti pericolosi delle sue illecite determinazioni, ma hanno anche delineato lo spregevole tratto affaristico che ha governato e orientato gli indebiti comportamenti del funzionario pubblico”.
LA DIVISIONE DEI PROFITTI E IL PERICOLO DI ALTRI ECOMOSTRI
Tutto ciò “anche grazie all’astuzia e alla scaltrezza di Lozza, il quale, consapevole della carica apicale e strategica diella Tosini, ne approfittava per un verso consolidandone la relazione affettiva mediante l’astuto ricorso a regali dall’ingente valore economico e su altro versante rassicurandola sulla condivisione dei profitti conseguiti”. E ancora: “I contatti e le aderenze che Flaminia Tosini e Valter Lozza possiedono, ciascuno nel settore di competenza, connotano di concretezza e attualità il pericolo che il protrarsi di illecite condotte possa sfociare in determinazioni amministrative ancor più pericolose per la collettività (ad esempio destinando il sito di Monte Carnevale a discarica di Rsu della Capitale)”. IL Gip offre anche uno spunto operativo al governatore Zingaretti, sotto la cui guida in Regione è stata assunta la dirigente oggi arrestata: “Il permanere della Tosini nell’ufficio pubblico da costei diretto sarebbe certamente foriero di indebite pressioni, di pregiudizievoli manipolazioni, di illecite determinazioni”.
I REATI E LE VICENDE CONTESTATE: CORRUZIONE
A Flaminia Tosini è contestato il reato di corruzione nell’ok a nuove montagne di rifiuti nella discarica di Roccasecca. In particolare per il “giudizio di compatibilità ambientale sul progetto di ampliamento della discarica per rifiuti non pericolosi (5° bacino), Comune di Roccasecca (Frosinone), località Cerreto, proponente Mad Srl, secondo le risultanze di cui all’istruttoria tecnico amministrativa Istanza di revoca del dpcm del 7 marzo 2019, presentata il 26 marzo 2020 alla presidenza del Consiglio dei ministri, volta ad ottenere l’autorizzazione all’innalzamento alla quota di 16,70 metri della discarica di Roccasecca di proprietà della Mad srl amministrata da Valter Lozza, così da consentire l’aumento delle volumetrie”. Ma non solo, la direttrice dell’area rifiuti della Regione Lazio è inquisita per corruzione anche per la discarica di Malnome, a Roma. L’imbroglio sarebbe stato perpetrato con la determinazione del 25 giugno 2020 sulla verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale, ossia sulla decisione di sottoporre o no il progetto a un iter più meticoloso e a verifiche più stringenti in tema di salute pubblica e ricadute sull’ambiente. Sempre il reato di corruzione viene contestato all’ing. Tosini in merito al “provvedimento del 25 luglio 2020 di approvazione delle modifiche non sostanziali all’Aia della discarica per inerti in località Malnome”, vale a dire sull’atuorizzazione integrata ambientale per quel progetto.
LA CONCUSSIONE
La dirigente regionale Flaminia Tosini è inoltre accusata del reato di concussione. Si verifica quando il pubblico ufficiale, abusando della propria posizione, costringe una persona a dare o a promettere denaro (la cosiddetta “mazzetta”) o un altro tipo di utilità o vantaggio, a suo favore o a favore di altre persone. Tra i delitti dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione, è il reato più gravemente punito dal codice penale.
Nel caso della Tosini, l’accusa di concussione è scattata perché avrebbe fatto pressing su un altro imprenditore meno potente e meno abbiente di Lozza piegandolo agli interessi di Lozza stesso. L’accusa riguarda “la rappresentazione a Daniele Piacentini del potere di espropriazione di aree appartenenti a società di cui era amministratore (la Ngr, ndr), al fine di costringerlo alla cessione di quote a favore di Valter Lozza”. Tosini “nella sua qualità di dirigente dell’area rifiuti della Regione Lazio, abusando della sua qualità e dei suoi poteri, consapevole della situazione di debolezza finanziaria della Ngr srl e delle trattative in corso per la cessione di quote della medesima a Lozza, intervenendo in una situazione di stallo delle trattative attraverso la rappresentazione a Daniele Piacentini, amministratore della Ngr, del potere dell’amministrazione regionale di procedere alla espropriazione dell’area in località Malnome, appartenente alla societa’ Ngr Srl, lo costringeva a cedere il 70% delle quote di essa a Valter Lozza”. In pratica, avrebbe indotto Piancentini a cedere le quote abusando dei propri poteri, facendolo sentire sotto la scure dell’esproprio dei suoi terreni da parte della Regione Lazio.
APPALTI PILOTATI E CARTE FALSE?
Infine, il reato di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Cioè magheggi per la scelta di una ditta. Avrebbe brigato per far avere un appalto da quasi 2 milioni di euro a Lozza senza una gara. L’accusa è rivolta alla Tosini per la vicenda della chiusura della discarica di Bracciano. La dirigente regionale “quale pubblico ufficiale, in quanto commissario ad acta per la realizzazione del capping della discarica di Bracciano, con verbale di sopralluogo del 19 settembre 2019 e con successivo atto di accettazione della offerta formulata dalla Mad Srl per la fornitura e trasporto al sito di Cupinoro di materiale, per un importo complessivo pari a 1.941.723 euro colludendo con Valter Lozza, amministratore unico della società Mad Srl, turbava il procedimento di scelta del contraente, affidando la fornitura alla predetta società, omettendo di effettuare una procedura competitiva”. Infine, Tosini è indagata anche per per falso ideologico: avrebbe mentito al Governo in merito alla decisione sulla megadiscarica vicino Malagrotta, a Monte Carnevale. In buona sostanza, avrebbe mentito dicendo che l’autorizzazione era stata sospesa dal Tar. Secondo la Procura di Roma, la Tosini “falsamente affermava nella richiesta del 26 marzo 2020 diretta alla Presidenza del Consiglio dei ministri, avente ad oggetto l’istanza di revoca della pendente delibera del 7 marzo 2019, che vi era stata la sospensione giurisdizionale del provvedimento autorizzatorio della discarica di inerti sul sito di Monte Carnevale, giammai sospeso”. Infine, sempre stando alle indagini, l’ing. Tosini da Vetralla “affermava contrariamente al vero che il quantitativo di rifiuti da smaltire in discarica era destinato ad aumentare per tutto il periodo dell’emergenza sanitaria determinata dal Covid 19, in una richiesta alla Presidenza del Consiglio dei ministri di revoca del provvedimento del 7 marzo 2019”.
SOLIDARIETÀ DA ZINGARETTI… SOSPESA DALL’INCARICO
Il terremoto causato dall’arresto della Tosini e dell’imprenditore dell’immondizia Valter Lozza ha indotto lo staff di Zingaretti a diramare una nota di encomio versa l’alta dirigente, che è anche vicesindaco e assessore a Vetralla, nel viterbese, e molto vicina all’esponente di spicco del Partito Democratico di quell’area, personaggio centrale nel PD laziale. Ecco il comunicato di Zingaretti: “Fiducia nella magistratura e apprezzamento verso la direttrice Tosini. Abbiamo appreso dagli organi di stampa la notizia della misura di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti della direttrice regionale Flaminia Tosini, responsabile della Direzione Politiche ambientali e Ciclo dei rifiuti. Come previsto dal regolamento regionale, la dirigente è stata sospesa dal suo incarico in attesa di conoscere gli sviluppi dell’inchiesta avviata dalla Procura di Roma. Esprimiamo fiducia nell’azione della magistratura, auspicando che si faccia rapidamente luce su questa vicenda, e rinnoviamo l’apprezzamento nei confronti della direttrice Tosini, che saprà chiarire la correttezza del suo operato nel rispetto delle proprie funzioni”.