I numeri parlano chiaro: nei prossimi anni ad Aprilia ci sarà un forte aumento degli studenti della scuola secondaria di secondo grado (le superiori). Ma non ci saranno abbastanza aule per tutti.
Già da qualche anno le richieste di accesso al Liceo Meucci sono superiori al numero degli studenti che la struttura può accogliere. Negli ultimi anni la preside ha fatto dei veri e propri salti mortali per cercare di garantire accoglienza al maggior numero possibile di ragazzi. Quest’anno, viste le domande presentate entro gennaio dagli studenti di terza media, non c’è stata possibilità di accoglierli tutti. È quindi dovuta scattare l’applicazione di elementi selettivi che hanno lasciato fuori molti studenti, soprattutto quelli non residenti ad Aprilia.
Così è successo che, ad esempio, i ragazzi che abitano nel quartiere Bellavista, nonostante vedano dalla propria finestra la struttura del Liceo Meucci, non potranno frequentarlo e dovranno sobbarcarsi lunghi viaggi verso il mare o verso i Castelli per frequentare un liceo. Gli abitanti di Bellavista, inferociti, pare si siano rivolti al loro sindaco (di Lanuvio), che avrebbe inviato una missiva di forti proteste alla preside del Meucci, anche se non è chiaro lo scopo, visto che le proteste dovrebbe rivolgerle alla “sua” Area metropolitana.
Problemi anche per gli studenti di Ardea, esclusi da Aprilia e da Pomezia, e per i quali l’Area metropolitana sta studiando soluzioni alternative.
E se quest’anno gli esclusi non sono poi moltissimi, per i prossimi anni le cose si andranno ad aggravare, perché per ogni quinto che si diploma, liberando l’aula, dovrebbero entrare un paio di prime classi. Ma dove metterle?
A questo punto è chiara l’esigenza di un terzo polo, oltre agli attuali Meucci e Rosselli, magari anche con un aumentata offerta formativa.
All’interno del Meucci i rappresentanti dei genitori e degli studenti si sono già mobilitati, cominciando a pressare chi potrebbe risolvere questo enorme problema. Dalla provincia lasciano trapelare che “non ci sono soldi” per costruire una nuova struttura, mentre i rappresentanti apriliani nel consiglio provinciale Terra e Vulcano, messi al corrente, al momento non hanno dato alcun segno di vita.
Certo non è mettendo la testa sotto la sabbia che i problemi si risolvono.
Bisognerebbe far presente che la popolazione scolastica cala un po’ ovunque, mentre ad Aprilia, in controtendenza, aumenta. Che quindi le risorse andrebbero redistribuite sui territori in base alle reali esigenze. La mancanza di soldi sembra più una scusa dietro la quale si nascondono i politici che non vogliono affrontare il problema. E i politici sono sensibili soltanto a una cosa: l’opinione pubblica.
Certo Aprilia politicamente si è trovata sempre isolata, schiacciata da Roma a livello regionale e da Latina a livello provinciale. Non è un caso che piccoli comuni di provincia riescano ad eleggere propri concittadini alla Regione o addirittura in Parlamento, mentre Aprilia, che i numeri li avrebbe, non ne ha mai avuto uno. È il gioco delle segreterie di partito, tutti i partiti, che hanno sempre considerato solo un grosso serbatoio di voti, ignorandone quasi sempre le reali esigenze.
Ora il problema di un urgente terzo polo scolastico è reale e incombente. Agli apriliani il compito di farsi sentire finalmente, a gran voce. E ai politici apriliani quello di non nascondersi, anzi di “capeggiare la rivolta”, se ne hanno il coraggio e la capacità.