QUANTI SONO I MEDICI CHE VACCINERANNO IN PROVINCIA
I dottori di medicina generale pontini che si armeranno di fiale e siringhe, appena 81 dopo l’avviso pubblico diramato a gennaio dall’ente regionale, salgono ora a più del 60% del totale operante sul territorio provinciale che comprende in totale circa 400 professionisti. Tre le modalità di somministrazione: oltre che nei locali messi a disposizione dalla asl, anche negli studi e a domicilio. Ed è il medico a dover contattare i pazienti. «Se invece il proprio medico di famiglia non ha aderito – spiega il dirigente del dipartimento di assistenza primaria –, la somministrazione può essere effettuata da uno dei medici della stessa Unità di cure primarie (Ucp)», cioè gli studi e gli ambulatori in cui sono associati più medici di base. La medicina generale giocherà un ruolo decisivo nel programma di immunizzazione: durante la campagna antinfluenzale nel Lazio ha iniettato tre quarti dei vaccini.
ENTRO FINE MARZO SI PARTE
«Entro la fine di marzo saremo pronti a partire», è la data annunciata al Caffè dal Sindacato nazionale autonomo medici italiani, sigla sindacale firmataria del patto regionale assieme a Fimmg e Smi. «La schiarita su condizioni e modalità delle operazioni – spiega Gaetano De Feo, referente regionale Snami per la continuità assistenziale – ha fatto lievitare la partecipazione. Ma – mette in chiaro – tutto dipenderà dalla disponibilità di dosi».
SI INIZIA CON IL VACCINO ASTRAZENECA
Le prime forniture ai medici di famiglia riguardano il siero AstraZeneca, il più facile da conservare. Secondo le ultime notizie arrivate dal Ministero, ne è stata dimostrata l’efficacia anche sugli over 65. «Ma – continua De Feo – dovrebbe arrivarci anche il vaccino Pfizer». La somministrazione, sul piano logistico e organizzativo, non sarà però semplicissima. «Dopo l’apertura delle fiale e l’estrazione della prima dose, i vaccini possono essere conservati per massimo sei ore». Oltre al fatto che debbono essere presenti due operatori. Fattori che avrebbero spinto «una quota importante» dei professionisti pontini di medicina generale ad optare per la vaccinazione solamente nei locali asl. «Le Ucp più grandi – aggiunge il medico – potranno certamente far fronte alla somministrazione in studio».
ANCHE USCAR E GUARDIE MEDICHE IN CAMPO
Sul fronte della vaccinazione a domicilio, invece, «è stata avanzata in Regione la richiesta di affidare tale compito alla continuità assistenziale, quindi alle unità mobili (le cosiddette ‘Uscar’) e alla guardie mediche». Con le adesioni che continuano ad arrivare, si sgonfia così la polemica sulla chiamata all’ordine lanciata dall’assessore D’Amato.
L’OBBLIGO NON C’È
«Tutti i ‘memorandum’ approvati nei tavoli in Regione – ribatte il referente Snami – non prescrivevano alcun obbligo di adesione, se non quello di consegnare alle Asl, in caso di mancata partecipazione, la lista dei propri pazienti». Frizioni a parte, il perimetro dell’utenza in provincia di Latina sarà dunque allargato oltre le 365mila persone della fascia 18-65 anni. Bacino a cui vanno ovviamente sottratti coloro che sono stati già vaccinati nella fase 1, come gli operatori sanitari, e chi è già in coda per un’iniezione nei centri vaccinali, come il personale scolastico e le forze dell’ordine.