200 DISCARICHE
Oltre 200 discariche mappate nei Castelli Romani. “Negli anni precedenti i rifiuti provenivano soprattutto dalle aziende edili e di giardinaggio che smaltivano illegalmente i loro rifiuti nei boschi. Ora i rifiuti provengono soprattutto da cittadini che evadono le tasse sui rifiuti, o dagli inquilini che affittano a nero gli appartamenti e che quindi non hanno il servizio di raccolta differenziata”. “Non ci sono territori comunali dove non ci sono discariche. Pochi sono i Comuni che hanno potenziato i controlli. I pochi Comuni che puliscono, si trovano ogni mese con nuove discariche”.
ABBANDONO SISTEMATICO
“I volontari hanno mappato solo le discariche più grandi, la quantità di rifiuti è enorme, e non stiamo parlando di rifiuti sparsi, dovuti a qualche turista poco attento, ma a cittadini che quotidianamente smaltiscono nei boschi i propri rifiuti in quanto non pagano o non hanno diritto alla raccolta differenziata. Da controlli effettuati, le discariche, sono composte essenzialmente da rifiuti indifferenziati e da qualche ingombrante. Inoltre molti rifiuti hanno invaso gli alvei dei torrenti inquinando l’acqua e le falde idriche come nel torrente della Doganella o di Parco Colonna a Marino”.
RISCHIO INQUINAMENTO
“Alcune discariche sono ormai state sepolte sotto l’humus del bosco degradandosi e inquinando il suolo e le falde idriche. Abbiamo stimato in oltre 250 tonnellate la quantità di rifiuti sparse nei boschi, sicuramente una sottostima”.
«La maggior parte dei rifiuti sono composti da materie plastiche che con il tempo si degradano diventando microparticelle, difficili o impossibili da eliminare in futuro» spiega Roberto Salustri direttore dell’EcoIstituto, »è quindi prioritario eliminare subito questa emergenza ambientale».
L’ORIGINE DEI RIFIUTI
“Abbiamo anche trovato discariche con rifiuti provenienti dai cantieri, con le scatole dei condizionatori o delle caldaie installate, i cavi elettrici e qualche materiale edile, molto meno che in passato, ma ancora qualche ditta getta i propri rifiuti nei boschi. Non è mancato di trovare anche auto rubate cui hanno dato fuoco o motorini abbandonati. Oltre ai rifiuti solidi abbiamo trovato anche sversamenti di rifiuti liquidi provenienti da lavorazioni industriali, oli e acidi sversati direttamente nei torrenti, in questo caso abbiamo provveduto a segnalare il reato direttamente ai Carabinieri Forestali che hanno provveduto. Alcune discariche hanno causato direttamente frane importanti lungo le pendici del cratere del Lago Albano, infatti i rifiuti e i loro liquami uccidono gli alberi e poi durante le piogge si appesantiscono causando lo smottamento del terreno”.
VIA DEI LAGHI
«Le micro-discariche disseminate nei punti più svariati dei boschi dei Castelli Romani sono diventate da tempo un problema di notevole gravità» dice Enrico del Vescovo di Italia Nostra sez. Castelli Romani, «sono notevoli le quantità di rifiuti ai margini delle strade come ad esempio la via dei Laghi, ci chiediamo come si possa un giorno ripulire i margini delle strade. Teniamo presente anche l’impatto negativo di immagine dei Castelli Romani che certamente danneggia il turismo».
GLI EFFETTI SUL TURISMO
Molti operatori turistici ormai si vergognano a portare i loro clienti in giro per i boschi. Un’immagine che poco aderisce a un territorio così ricco di storia e natura. Ne parla l’associazione Diakronica: «Abbiamo evidenziato il problema anni fa per il settore turismo, avevamo spinto gli enti sovracomunali per una gestione della raccolta rifiuti delle aree periurbane e nei boschi. Non si può fare turismo di qualità su un territorio sporco, senza manutenzione ne’ servizi, purtroppo non ci è stata data risposta», continua Cecilia Conti nel settore da venti anni, »non è possibile fare turismo di qualità in queste condizioni, inutile fare promesse elettorali e poi non controllare il territorio».
Sempre rispetto al turismo e alla difesa della natura interviene Letizia Stagno di Equincontro natura:
«le prime fioriture, che impreziosiscono gli ambienti naturali dei Castelli Romani, rendono ancora più triste la vista di rifiuti di ogni genere e dimensioni che attraggono tra l’altro animali selvatici che contribuiscono a spargerli ogni dove, aumentando il rischio di rimanere vittime di incidenti e mettendo a repentaglio la sicurezza delle persone. EquIncontro Natura, che da anni organizza attività naturalistiche nel Parco, auspica una maggiore incisività da parte delle amministrazioni e degli enti preposti nella lotta alla piaga dell’abbandono dei rifiuti».
IL MONTE ARTEMISIO
L’associazione Alberi Volsci impegnata nella riforestazione e nella pulizia dei boschi denuncia una situazione di costante e parcellizzato degrado sul versante veliterno del monte Artemisio: «Sono presenti moltissime microdiscariche in corrispondenza di fossi, luoghi scoscesi, bordi stradali. L’apertura delle sbarre che limitano l’accesso ai boschi, in questo momento interessati da tagli massicci, peggiora una situazione già critica».