Non è più un assolo, ma una sinfonia corale la querela penale dell’associazione ‘Salute e Ambiente di Albano’ nei confronti dell’Ufficio Rifiuti della Regione Lazio, rivolta in particolare contro l’ingegner Flaminia Tosini, e relativa allo ‘strano’ iter di riavvio della discarica di Albano-Roncigliano. L’atto giudiziario è stato sottoscritto nella tarda serata di ieri, giovedì 25 febbraio, anche dal Coordinamento dei Comitati di Quartiere di Albano (tra i quali figurano: il comitato di Albano-Villa Ferrajoli, il comitato Albano-Miramare-Musicisti, il comitato di Cecchina-Tor Paluzzi, il comitato di Cecchina-Montagnano, etc) e dalle associazioni ‘Legambiente – sezione Appia sud-il Riccio’, ‘Italia Nostra-sezione Castelli Romani’, ‘Latium Vetus’ di Pomezia’, dall’associazione ‘Vedere Altrimenti aps’ e dal ‘Pc dei Castelli Romani’. Inoltre tante altre associazioni e comitati, non solo di Albano ma anche dei comuni limitrofi, stanno chiedendo con insistenza di poter firmare il documento giudiziario che quindi verrà inviato alle tre Procure di Roma, Velletri e Latina, alla D.I.A. di Roma (Direzione Investigativa Antimafia) ed ai Carabinieri del N.O.E. solo lunedì prossimo 1 marzo, proprio per dare a tutti la possibilità di partecipare all’atto giudiziario.
“ANNULLARE SUBITO LE DUE VOLTURE”
Ma veniamo al punto della scottante vicenda. L’incontro “per sottoscrivere in gruppo la querela penale contro l’ingegner Flaminia Tosini – così ci racconta Amadio Malizia, presidente dell’Associazione Salute e Ambiente di Albano e primo firmatario del documento giudiziario – si è tenuto presso la sede dell’associazione ‘Vedere Altrimenti’ situata nella ex biglietteria Fs di Albano-centro, nel rispetto rigoroso delle norme anti-Covid. Qualcuno in Regione – ci spiega – sta tentando di riavviare l’ex immondezzaio violando in modo palese e maldestro le regole del diritto, della democrazia, ma ancora prima del buon senso, piegandole ad uso e consumo del Gruppo industriale riconducibile al ‘supremo’, ossia il magnate dei rifiuti Manlio Cerroni. La nostra querela penale è rivolta nei confronti dell’ingegner Flaminia Tosini. Per agevolare il riavvio del sito, questa signora ha sottoscritto due ‘volture’, ossia due passaggi di proprietà, per togliere le castagne dal fuoco alla società Pontina Ambiente srl, una delle tante società satellite del Gruppo Cerroni, titolare formale della discarica, su cui però grava una interdittiva antimafia della Prefettura di Roma, confermata nei vari gradi di giudizio previsti dalla Costituzione Repubblicana. Forse – dichiara con ironia Malizia – la signora Tosini non conosce la Costituzione Repubblicana? O forse la signora Tosini non sa che la legge, nella Repubblica Italiana, è uguale per tutti, anche se ti chiami avvocato Manlio Cerroni o ingegnere Gian Mario Baruchello? Questi due passaggi di proprietà – attacca Malizia – vanno revocati perché sono del tutto illegittimi: la Regione non avrebbe potuto sottoscrivere due contratti con una società privata su cui grava una interdittiva antimafia definitiva. Mentre l’ingegner Flaminia Tosini va allontanata dal ruolo pubblico che le è stato assegnato. È ora di puntare i fari della Giustizia, della stampa, della pubblica opinione e della politica su questa signora”.
“PRESTO SOTTO LE FINESTRE DELL’ASSESSORE VALERIANI”
“Nelle prossime settimane – rincara la dose Malizia – abbiamo intenzione di andare, tutti insieme, in Regione, per chiedere all’assessore ai Rifiuti della Giunta regionale Zingaretti, Massimiliano Valeriani, che l’ingegner Flaminia Tosini venga rimossa dall’incarico e le due volture revocate. In ogni caso, la nostra querela penale riguarda anche l’ingegner Maurizio Franzese e le architette Manuela Manetti e Paola Giorgioli, che hanno sottoscritto con Flaminia Tosini alcuni passaggi formali del tutto illegittimi. Riteniamo che questi dirigenti si siano macchiati, a vario titolo, di reati gravissimi: abuso di ufficio, falso in atto pubblico, sviamento di potere, eccesso di potere, truffa aggravata, associazione a delinquere, frode in pubbliche forniture, gestione illecita di rifiuti, etc. Chiediamo ai magistrati ordinari ed antimafia – conclude battendo il pugno sul tavolo – che parta quanto prima un nuovo processo nei confronti di questi dirigenti e dei tecnici del Gruppo Cerroni”.