La Fede insegna che la vita è un dono di Dio alla persona. La psicanalisi insegna che nella vita, prima del cosciente, vi sono le forze dell’inconscio.
Fede e psicanalisi, cioè, considerano le forze di base dell’uomo come trascendenti l’io, la mente, la volontà dell’uomo stesso. L’uomo trova in sé queste energie: sono un dono di Dio, dice la Fede. Sono forze da scoprire, seguire, rispettare, dice la psicanalisi.
Sia la Fede che l’orientamento ultimo della psicanalisi mettono poi in risalto che le forze di base personali (come la libido e l’aggressività, energie fondamentali nel neurovegetativo che è inconscio) crescono solo nelle relazioni di autentico amore. L’autentico amore poi, si trova solo in un’autentica alleanza con Dio: “Dio è amore e chi sta nell’amore rimane in Dio e Dio in lui”.
Tutta la psicologia, e non solo la psicologia, insegna che senza amore non vi è mai nessuna vera relazione, nessun autentico scambio, nessun reale incontro d’amicizia e, tanto più, d’amore. Non solo, ma ormai le dottrine scientifiche specializzate sono concordi nell’insegnare che tutto quello che sperimentiamo viene registrato dalle nostre cellule nervose le quali, fondamentalmente, non cambiano.
Dunque noi ci troviamo addosso tutte le registrazioni di energie positive o negative del passato. Le cellule poi, prima che nel sistema cosciente, registrano tutto nel sistema neurovegetativo, che è inconscio. Ho già accennato al male che si genera nell’uomo quando si registrano forze contrarie all’energia naturale della persona. Ho inoltre sottolineato la gravità di questo male quando tale fenomeno si verifica nella fase di sviluppo intrauterina o nella primissima infanzia. Svilupperemo meglio, in seguito, questo argomento.
Si può però già osservare che, fino al secolo scorso, né la scienza, né la Fede si ponevano certi problemi: non potevano. Non avevano ancora scoperto la dinamica dello sviluppo delle energie della persona. Credevano che bastasse educare dall’esterno. Credevano che la morale fosse un comportamento codificato. Chi pensava alla forza dell’inconscio?
Chi pensava ai traumi che si registrano su tali energie quando si sperimentano forze contraddittorie all’io potenziale? Chi pensava, o meglio applicava, un giusto mezzo di terapia e riparazione di tali forze? Non c’è da meravigliarsi del fatto che, nonostante l’istruzione o la pratica di una Fede, molte persone continuassero a ricalcare certi sbagli, certi errori, certi peccati, certe violenze.
È necessario svegliarsi e cogliere l’essenziale contributo della psicanalisi che arriva, nel tempo e nel modo adeguati, fino al profondo, dove si strutturano certi traumi e contraddizioni personali. Quando però un certo tipo di psicanalisi si ferma essenzialmente alla tecnica più o meno materialistica ed atea, allora non si guarisce l’uomo.
È necessario che la psicanalisi sia religiosa, che scorga l’immagine di Dio per amare veramente l’uomo e non castrarlo. La psicanalisi ha bisogno di cogliere e servire fino in fondo la natura dell’uomo per guarirlo.
Ciò nonostante, la psicanalisi non è e non sarà mai una Confessione. Nello stesso tempo, però, cosa dire di una Fede e di una morale che non entrano nella dimensione dell’inconscio? Cosa dire di una Fede o di una morale che nemmeno colgono il dramma delle strutturate e forti contraddizioni di forze tra l’io potenziale e l’io reale?
Se peccato è colpire, lasciar colpire o non sviluppare l’ordine delle forze della vita così come Dio le ha create, come si risolvono i peccati registrati incolpevolmente nei traumi? Come si risolvono i peccati che sono dentro di noi, contro di noi, e provengono da fuori di noi?
Come si risolvono le contraddizioni di forze dello Spirito, della psiche e del corpo, che sono strutturate dentro di noi nell’inconscio, e dipendono da condizionamenti interpersonali, magari infantili, che provengono da persone o da false culture?
Non è forse falsa la persona che non è pienamente sviluppata nello spirito, nella psiche, nell’ordine del corpo? Non è falsa la persona che non è in tutta la verità, ossia in tutta la vita che rende liberi? Non è forse ingannevole la cultura che non coglie e non rispetta tutte queste dimensioni vitali? La Fede (o la religione) che non ha queste basi non è ancora in Dio, non è ancora nello Spirito Santo che consacra in tutta la verità che rende liberi.
La Fede che non entra in queste verità, ancora non ama. È necessario che la psicanalisi e la Fede siano poste sotto l’esperienza dello Spirito di Dio, che è amore, per essere rispettose, liberatorie ed autenticamente capaci di guarire, attraverso l’amore, la persona.
Padre Angelo Benolli
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