A cosa è dovuto questo ritardo per trovare il candidato Sindaco del centrodestra?
«Tutti pensano che sia un ritardo, ma bisogna calcolare che sin dall’inizio si è detto che il Sindaco di Latina è sul tavolo nazionale perché i capoluoghi di provincia spettano a quel piano. Noi coordinatori comunali diamo un’indicazione, ma non siamo noi a scegliere il nome definitivo. Possiamo immaginare che il nome di Latina arriverà un minuto dopo il nome di Roma. È chiaro che c’è la curiosità dell’elettore e degli addetti ai lavori, ma siamo tranquilli perché non si tratta di ritardo. A parte a Latina dove il Pd ha stretto accordo con Coletta, neanche il centrosinistra ha dettato il candidato a Roma e in altri comuni della provincia di Latina al voto come Formia, Minturno e Priverno. Non parlerei di ritardo, ma di attesa piacevole. Ci stiamo, nel frattempo, concentrando sul programma che chiaramente avrà poi un’impronta dettata dal candidato Sindaco».
Quello che stona è forse che nelle elezioni del 2016 la campagna elettorale era partita quasi un anno prima.
«Non richiamerei la politica del 2016. Io ero all’esterno a quel momento “tragico” per il centrodestra. Il periodo è diverso, oggi c’è la pandemia ed è tutto più complicato. La Lega ha comunque già pronta la lista di candidati al consiglio comunale. Quando sarà il momento faremo la nostra campagna elettorale anche porta a porta se necessario, a causa dei rischi del Covid-19. È una sfida importante che ci vede protagonisti e non vogliamo sbagliare, anche un minuto in più ce lo prendiamo. L’orientamento di Salvini è che tra le persone c’è malcontento, per questo puntiamo su un nome esterno ai partiti. Sappiamo che nel momento in cui sceglieremo il nome saremo pronti e nel frattempo stiamo facendo incontri come partiti e coalizione».
Ad oggi sappiamo che la Lega vuole un nome esterno ai partiti, mentre Fratelli d’Italia interno. Si è conclusa questa diatriba?
«Per me non c’è nessuna frattura. Ci sono visioni diverse: c’è chi ce le ha ampie e chi più ristrette. Mi aspetto da parte dei partiti una responsabilità verso gli elettori e i cittadini. Questa diatriba all’interno dei partiti non mi appassiona, spero in un tavolo unitario ma chiaramente se il nome che decideremo non piacerà a qualcuno, sappiamo che la democrazia è bella perché si può fare altro. Per i partiti, come per le liste civiche che appoggeranno il candidato Sindaco. Se a qualcuno non piacerà avrà libertà assoluta nel trovare altro».
Non è scontato, quindi, che ci sarà un accordo.
«Dipenderà dal nome. Stiamo lavorando per un progetto unitario, se qualcuno non lo condividerà potrà correre da solo. Siamo convinti che arriveremo a un nome con tre caratteristiche: di sintesi, di aggregazione e di capacità. E, per adesso, i nomi su cui il centrodestra sta ragionando rispettano queste tre caratteristiche».
Quali sono questi nomi su cui il centrodestra sta ragionando?
«La Lega su Latina avrebbe puntato su Tripodi, Adinolfi e Carnevale, ma abbiamo fatto la scelta di cercare un candidato senza tessera di partito in tasca. I nomi che sono sul tavolo nazionale sono Giovanna Miele, Annalisa Muzio, Vincenzo Zaccheo, Roberto Cecere e Alessandro Panigutti. Sono i nomi su cui il centrodestra sta aprendo un ragionamento. Si tratta di persone che, vuoi o non vuoi, si sono distinte. Partendo dalle donne Miele è una consigliera di opposizione e capogruppo in consiglio provinciale che ora ha scelto la via civica perché preferisce non avere una bandiera, Muzio si è contraddistinta con il suo movimento, Cecere è un sindacalista e la sua forza sono le sue battaglie sindacali portate avanti, Zaccheo lo conosciamo e Panigutti per il valore che ha con il suo ruolo da direttore di giornale».
Non crede che il fatto che il centrodestra sia senza un nome dia un vantaggio al candidato Coletta?
«Non ci spaventa il fatto che Pd e Lbc abbiano già iniziato la campagna elettorale. Il Sindaco, come un politico navigato, sta dando una “passata di romanella” alla città in vista del voto, ma i problemi di Latina sono altri e ci vuole una visione su commercio, urbanistica, marina e turismo. Il centrodestra e la Lega saranno pronti al momento opportuno».
Al centrodestra converrebbe un rinvio delle elezioni?
«Se dipendesse da me, sarei per votare a maggio. Converrebbe votare subito, per noi e per gli elettori che si meritano subito un nuovo governo».
Su cosa punterà il centrodestra?
«Saremo pronti a intercettare fondi da investire in infrastrutture. Gli obiettivi riguardano il personale amministrativo, l’economia, la marina, le strade, le scuole, l’ospedale e i borghi dove ad oggi non c’è neanche la banda larga».
Cosa ha sbagliato, secondo lei, il governo Coletta?
«È mancato il senso di responsabiltià e di capacità. Lo etichetto come un “governo di cinque stelle” perché ha avuto le stesse mancanze. Non avendo capacità, ha inchiodato la città ad un immobilismo legato a urbanistica, marina e altri temi su cui Latina merita di vedere un risultato. Non c’è stata una visione di Latina come città del commercio, del turismo e dell’agricoltura. Non ho mai sentito Coletta dare un giudizio sulla Roma-Latina. Questa mancanza di visione ha portato Latina a un blocco totale. Anche sulla Ztl con un commercio devastato dalla pandemia, mi sarei aspettato che il Sindaco la riaprisse. Insomma, una visione di città che è quella su cui noi stiamo lavorando».