“Il titolare dell’azienda, Aldo Braca, ha lanciato un allarme al Paese al fine di stimolare tempestivamente le opportune valutazioni, considerando che, a causa dei ritardi sulla consegna, la richiesta globale di vaccini è notevolmente incrementata, e quindi è verosimile che nel breve termine l’intera produzione verrà opzionata; a tal riguardo, risulta che AIFA ha lanciato il 21 gennaio 2021 il bando “per lo studio randomizzato” sugli anticorpi monoclonali, con scadenza già posticipata a causa delle “molte richieste di arrivate da diversi ricercatori di avere più tempo per costruire e presentare la loro proposta di studio”, preannunciando quindi una tempistica piuttosto lunga per la conclusione della procedura”.
Il direttore del settore malattie infettive dell’ospedale “San Martino” di Genova, Matteo Bassetti, ha dichiarato che «non ha alcun senso proporre ora un protocollo di studio su farmaci la cui efficacia è dimostrata da dati validati di Fase III, già utilizzati come terapia da altri Paesi come la Germania» e che «risulta irrazionale, con 500 morti al giorno, che l’Italia aspetti i risultati dello studio che potrebbe durare fino a 12 mesi»; lo stesso Bassetti si è espresso in favore di un programma allargato ad uso compassionevole dei vaccini, al fine di consentire ora la disponibilità di terapie in grado di salvare la vita ai pazienti italiani, senza ulteriori perdite di tempo.
“La questione del divieto alla vendita dei vaccini in Italia da parte dell’azienda di Latina sembra legata e limitata da un eccesso di prudenza e di burocrazia piuttosto che da buonsenso e dati scientifici e sta rischiando di condizionare pesantemente la distribuzione del vaccino in Italia e quindi i tempi per la copertura vaccinale nel nostro Paese”, si legge ancora nell’interrogazione, nella quale i senatori chiedono al governo come “intenda intervenire per snellire le procedure e consentire al Paese di conseguire un’adeguata e tempestiva copertura vaccinale”.