Stamattina l’associazione ‘Salute e Ambiente di Albano-Cancelliera’ ha depositato presso la Procura della Repubblica di Roma una querela penale relativa all’iter burocratico che la Regione Lazio-Area Rifiuti sta seguendo per tentare di riavviare l’ex immondezzaio attivo dal 1979 fino al 2016 e dentro cui si trovano otto gigantesche buche (piene di immondizia non differenziata) ancora mai chiuse in via definitiva, ma soprattutto ancora mai bonificate, con tutti i rischi igienico-sanitari ed ambientali che si può anche solo immaginare. La stessa querela è stata depositata dai cittadini anche presso la D.I.A. (Direzione Investigativa Antimafia) di Roma, un organo investigativo interforze che costituisce una costola del Ministero dell’Interno. “Prima di tutto – così ha dichiarato al nostro giornale Amadio Malizia, presidente dell’associazione – la nostra querela penale è rivolta nei confronti della responsabile dell’Area Rifiuti del Lazio, ingegner Flaminia Tosini, che nel corso degli ultimi 6 anni ha firmato 12 documenti che gli affittuari del Gruppo Cerroni stanno utilizzando per tentare di riavviare, tra l’altro in modo maldestro, la discarica di Albano-Roncigliano. Questi 12 documenti dimostrano, a nostro modesto avviso, che le regole del diritto sono state letteralmente stravolte. L’intero iter burocratico – spiega – è stato tenuto in piedi da questa dirigente in completa e assoluta solitudine senza coinvolgere, al contrario di quanto prescritto dalla legge, i comuni di Albano ed Ardea, la Città Metropolitana di Roma, l’Arpa, la Asl Roma 6 e i cittadini, associazioni e comitati territoriali che da 13 anni si battono contro il ‘sistema Cerroni’ e per una gestione sana e sostenibile del ciclo dei rifiuti. In secondo luogo – ha aggiunto – le nostre ‘attenzioni’ sono rivolte anche nei confronti di alcuni ‘storici’ tecnici del Gruppo Cerroni per gravi motivi che preferiamo però che non siano resi pubblici. Questi tecnici del Gruppo Cerroni, tra l’altro – conclude – sembra che non siano nemmeno così bravi visto che il loro progetto di riavvio dell’ex immondezzaio è stato definito di recente dal Comando dei Vigili del Fuoco di Roma ‘un vero e proprio colabrodo’” .
IL ‘TOUR DELLE PROCURE’
Domani il ‘tour delle Procure’ dell’associazione Salute e Ambiente – così lo hanno già definito gli associati – proseguirà presso la Procura di Velletri (non competente per gli atti burocratici varati dalla Regione Lazio, ma ‘solo’ per i danni ambientali ed igienico-sanitari creati ancora oggi dalla discarica) e infine anche con una sosta presso la Procura di Latina, visto e considerato che una parte della discarica di Albano è stata volturata, ossia passata nella proprietà dlla società Ecoambiente sempre del Gruppo Cerroni, con sede in località Latina-Borgo Montella. “Se qualche dirigente regionale e tecnico – ha scritto l’associazione sul proprio profilo Facebook – pensava che i cittadini dei Castelli Romani, Ardea e Pomezia avessero perso la voglia di lottare per la propria salute e il proprio territorio si è sbagliato”.