L’EX ISFOL, PASSATO PER LE MANI DI DESTRA E SINISTRA
Parliamo del grosso complesso immobiliare situato all’interno della villa comunale, a due passi da piazza Mazzini, costituito da un esteso immobile (che negli anni ‘70 costituiva un centro di avviamento al lavoro, una sorta di scuola di proprietà ministeriale) e da un vasto appezzamento di terreno circostante. Immobile e terreno sono attualmente di proprietà dell’Inapp (l’Istituto Nazionale per le Analisi delle Politiche Pubbliche), una costola del Ministero del Lavoro, nelle mani della ministra grillina Nunzia Catalfo. Nel 2006, l’ex Giunta di centro-destra guidata da Marco Mattei – attuale dirigente della Asl Roma 6, considerato ancora oggi un politico influente nella compagine politica di centro-destra dei Castelli Romani – tentò una prima volta di recuperare l’ex Isfol per costruirci un centro di sostegno psicologico per le donne operate al seno, nell’ambito dei “patti territoriali delle Colline Romane”, ma il progetto finì nel cestino. Nel 2011, anche la Giunta di centro-sinistra capitanata dall’allora primo cittadino Nicola Marini, attuale presidente del Consiglio comunale (per volontà degli allora assessori all’Urbanistica, Maurizio Sementilli, ora ai Rifiuti; e all’Istruzione, Mario Rapisardi, poi sostituito dalla collega di partito Alessandra Zeppieri) tentò il recupero dell’immobile, così ripartano articoli di stampa dell’epoca, addirittura si pensò si spostare nell’ex Isfol una sede dell’ex Albafor attuale Formalba, ma poi anche questa operazione sfumò nel nulla per motivi ignoti.
9 ANNI DI IMMOBILISMO
Dopo 9 lunghi anni di ulteriore abbandono ed immobilismo politico-amministrativo, tra maggio e giugno scorsi, in piena pandemia globale, proprio l’Inapp ha avviato un primo e velocissimo bando preliminare a chiamata diretta della durata di soli 30 giorni per valutare le società potenzialmente interessate all’acquisto. Una iniziativa guidata dal Responsabile Unico del Procedimento di vendita dell’Inapp, l’avvocato Mario Emanuele; e dal Direttore generale dell’Inapp, Santo Darko Grillo, che con la delibera n.137 del 25 maggio ha imposto la s-vendita del sito non solo in tempi rapidissimi ma soprattutto a meno della metà del prezzo di mercato dell’immobile.
LE DOMANDE PER MINISTRO E INAPP
Al primo e velocissimo bando preliminare di maggio-giugno si sarebbero presentate – il condizionale è d’obbligo – solo due società. Una delle due, in particolare, sarebbe legata a importanti politici e amministratori di Albano, in carica ed ex. Il bando ultimo e definitivo di s-vendita dell’immobile, della durata di 60 giorni, è stato avviato invece ad ottobre e si concluderà il prossimo 16 dicembre. Sulle circostanze quanto meno dubbie di questa strana e velocissima s-vendita, dopo anni di ‘dolce fare niente’, di recente il Caffè ha provato a contattare sia il responsabile della vendita dell’immobile per conto di Inapp, l’avvocato Mario Emanuele, sia la Ministra Catalfo, entrambi si sono rifiutati di rispondere alle nostre domande. Siamo tornati a chiamarli in causa con nuove domande, ma stavolta abbiamo coinvolto anche Santo Darko Grillo, Direttore Generale dell’Inapp. Restiamo in attesa di una loro cortese risposta.