Dal giorno alla notte la Regione ha annunciato l'avvio dei test rapidi antigenici e sierologici in tutte le farmacie del Lazio. In realtà la questione è più complicata, soprattutto nelle città delle province, che ad oggi non hanno risposto massicciamente. La prima osservazione da fare è che l'adesione è volontaria e cioè le farmacie non hanno l'obbligo di effettuare ad ogni costo i test. Se decidono di partecipare alla possibilità offerta dalla Regione devono registrarsi su un portale tramite le credenziali inviate e rispettare le ferree regole stabilite in un accordo con l'associazione di categoria. Fino ad ora, in provincia di Latina si contano solamente ventuno farmacie che hanno aderito e nel Capoluogo ce ne sono solo otto. Otto nel territorio dei Castelli Romani, tre a Nettuno, quattro ad Anzio, una ad Ardea e due a Pomezia. Numeri decisamente inferiori rispetto a quelli di Roma, dove il servizio è partito spedito dal giorno dopo l'annuncio della Regione Lazio.

OSTACOLO OCCUPAZIONE SUOLO PUBBLICO
La motivazione principale che fa tentennare le farmacie è da cercare nell'occupazione di suolo pubblico. L'accordo prevede, infatti, uno spazio dedicato all'interno delle strutture per eseguire i test. In questo modo viene preservata la salute degli altri pazienti e del personale che entra per acquistare, ad esempio, semplici vitamine. La maggior parte delle farmacie, però, non dispone di aree con ingresso separato e preferisce optare per l'installazione nello spazio esterno di gazebo o camper per eseguire lì i test. È qui che nasce il problema. Il Comune di Roma ha infatti deciso che le farmacie che intendono montare strutture all'esterno non devono avviare la pratica per richiedere l'occupazione di suolo pubblico né pagare alcunché, ma nelle altre città del Lazio questa possibilità ancora non c'è. Le strutture che intendono procedere in questa direzione sono costrette ad avviare la lunga pratica in Comune e – naturalmente – questo allunga la procedura. È da rilevare, infatti, che la maggior parte delle farmacie che sono già partite dispongono di spazi privati a disposizione e non sono dovute passare per l'Ente pubblico.

INFERMIERI INTROVABILI
L'occupazione di suolo pubblico non è l'unico aspetto che rallenta le farmacie. Secondo quanto spiegano i titolari, c'è difficoltà anche a reperire infermieri a cui affidare il compito di svolgere i tamponi. L'accordo con l'associazione di categoria prevede che la farmacia possa usufruire di  propri dipendenti che abbiano fatto un corso di formazione o di affidarsi a personale sanitario esterno. Per accelerare la trafila la maggior parte delle farmacie preferisce la seconda opzione, ma fatica a trovare infermieri perché già impegnati nell'emergenza sanitaria. Infine, c'è chi sostiene di non aver ancora ricevuto le credenziali dalla Regione Lazio per accedere al portale e comunicare i dati dei pazienti.

QUALCUNO È PARTITO
Qualcuno che è partito, però, c'è. Nelle farmacie attive il prezzo stabilito dalla Regione Lazio è 20 euro per i test sierologici e 22 euro per i rapidi antigenici. Da via Pisana hanno pubblicato un elenco di strutture che hanno aderito e lo aggiornano di giorno in giorno. Per i clienti non serve la ricetta medica in quanto test a pagamento, ma è necessario prenotare al telefono e non si può entrare in farmacia se si ha la febbre superiore a 37°C. Coloro che risultano positivi vengono inviati al drive-in più vicino per effettuare il tampone molecolare previa ricetta del medico di famiglia.