Il processo sulla cosiddetta stagione degli incendi tra Ardea e Pomezia entra nel vivo. Il Tribunale di Velletri ha affidato l'incarico a un perito per compiere, nell'arco di 60 giorni, una perizia sulle intercettazioni telefoniche e ambientali e nella prossima udienza, fissata per il 22 gennaio, verranno ascoltati i primi due testimoni del pm, cercando di far luce sugli attentati e sulla rapina ai danni di Fiorenzo D’Alessandri, a Pomezia, ex esponente del Pd, partito da cui è stato espulso dopo che nell’inchiesta sul clan Fragalà è stato indicato come uno dei politici su cui il clan puntava per mettere le mani sul Comune di Pomezia.
Nove gli imputati. Sotto accusa l'ex consigliere comunale di Ardea Luca Fanco, ritenuto il mandante del rogo nel 2014 della Mercedes del collega consigliere Franco Marcucci; secondo gli inquirenti, l'incendio sarebbe stato ordinato per destabilizzare il quadro politico locale. Un'intimidazione che sarebbe stata materialmente compiuta dal pometino Tito Ferranti, coinvolto nell’inchiesta antimafia proprio sui Fragalà, e dal pometino Bruno Costantini. Tito Ferranti, Bruno Costantini, il romano Walter Ferranti, e il pometino Roberto Colafranceschi sono poi accusati anche di una serie di furti di gasolio messi a segno ai danni del Consorzio Coop Formula Ambiente a Pomezia.
Marco Del Fiume, di Ardea, anche lui arrestato nell’inchiesta sul clan Fragalà, il romano Corrado Innocenzi, il romano Massimiliano Cogliano, un ex pugile, e il pometino Alessandro Viola sono invece accusati a vario titolo dell’estorsione e della rapina a D'Alessandri.