La salma di Giacomo Manzù andrà via da Ardea per essere cremata e trasferita nella casa di famiglia ad Aprilia. Lo ha deciso il commissario ad acta nominato dal Tar. A nulla è valso l’ultimo, disperato appello del sindaco di Ardea Mario Savarese: secondo il commissario, solo impedimenti di natura giuridica avrebbero potuto impedire il trasferimento. Impedimenti che tuttavia non ci sono: il regolamento di polizia mortuaria legittima i parenti prossimi a disporre dei resti dei propri cari come credono. I figli di Manzù, Giulia e Mileto, hnno intenzione di riunire le ceneri di Gacomo e Inge, moglie e musa dello scultore nella casa di via Apriliana sede della Fondazione Manzù.
IL TESTAMENTO
Secondo il commissario, “La volontà testamentaria del Maestro Manzù, in merito al trattamento del suo corpo defunto, appare molto chiara: “riposare” nella casa dove ha vissuto dal 1964 fino alla sua morte nel 1991. Il riferimento ad Ardea è chiaramente frutto di una errata convinzione del Maestro in merito alla collocazione geografica e alla pertinenza comunale della sua abitazione”.
Successivamente, il 17 maggio 2018, viene depositato il testamento olografo redatto il 14 luglio 2014 da Ingeborg Katharina Schabel, vedova Manzù, deceduta il 6 maggio 2018. “In tale documento – spiega ancora il commissario – la Signora Schabel dichiara testualmente che “la salma di mio marito Giacomo deve essere trasferito alla Fondazione Giacomo Manzù sul Colle Manzù” e che “per me sarebbe un grande onore …di essere sepolto insieme al mio adorato Giacomo per tutta l’eternità”.
TUTELARE L’INTERESSE PUBBLICO
“Anche l’interesse della comunità di Ardea può e deve essere opportunamente tutelato. Si tratta di un interesse pubblico di enorme significatività per gli abitanti di Ardea, da tutelare perché espressione di una appartenenza ad un territorio che costituisce, anche sotto un profilo storico-culturale, un polo attrattivo di particolare importanza nel Lazio e non solo. Il fatto che l’interesse privato alla base del diritto personale alla scelta del luogo di collocazione del defunto e delle modalità di trattamento del corpo o di quel che ne rimane, prevalga su altri interessi, in particolar modo quelli pubblici, non significa che questi ultimi, soprattutto perché così profondamente radicati nella cultura e nella tradizione di una comunità, come quella ardeatina, debbano completamente soccombere e non siano invece degni e meritevoli di attenzione, soprattutto nella fase successiva alla presente decisione”. L’idea del commissario è di “ avviare dei concreti percorsi di collaborazione tra il Museo Manzù e l’omonima Fondazione, finalizzati a favorire eventi e scambi culturali che possano ulteriormente celebrare la grandezza del Maestro Manzù ed onorarne debitamente la memoria, in primis con una collocazione dei suoi resti o delle sue ceneri in un luogo così prossimo a quello di attuale sepoltura”.