Quanto sta accadendo all’Ordine degli avvocati di Latina sembra degno di una soap opera. Tra sentenze del Cnf, del Tar, del Consiglio di Stato, dimissioni e reintegri, il Consiglio si è ricostituito ed è stato eletto come nuovo presidente l’avvocato Umberto Giffenni. Sembrava, malumori a parte, tutto sistemato almeno per un po’. Dopo tanti scossoni l’Ordine sembrava destinato a riprendere pian piano il suo percorso. E invece no. Il nuovo Consiglio a quanto pare non viene messo in condizioni di poter operare e l’intera vicenda questa volta appare destinata a diventare materia d’indagine per la Procura, che già si starebbe interessando al caso. “Sarebbe stata nostra intenzione convocare quanto prima l’Assemblea di tutti gli iscritti – premettono in una lunga nota gli avvocati Giffenni, Maria Luisa Tomassini, Pierluigi Torelli, Alessia Verdesca Zain, Maria Clementina Luccone, Denise Degni, Marco Scarchilli, Maria Cristina Vernillo, Federica Pecorilli e Aurelio Cannatelli – ma la normativa sull’emergenza Covid non ce lo ha consentito”. I consiglieri dell’Ordine definiscono quindi sconcertante “il comportamento di chi non ha voluto prendere atto di quanto sin qui evidenziato, di fatto non consentendo al neo ricostituito Consiglio di entrare nella pienezza delle sue funzioni”. “A tutt’oggi – proseguono – non è consentito ai consiglieri di accedere ai locali dell’Ordine, in quanto l’ex commissario straordinario contesta le modalità con cui si è reinsediato il Consiglio e annuncia non meglio precisate istanze rivolte al Cnf”. Ancora: “Risulta peraltro, questo sì che deve essere stigmatizzato come un fatto grave, che le sedi dell’Ordine sono chiuse da oltre 10 giorni per un sospetto caso di Covid, senza che si sappia chi materialmente abbia disposto la chiusura delle sedi e senza che si sappia, cosa ancora più imbarazzante, quando si procederà con la sanificazione e con la riapertura al pubblico. A nulla sono valsi i tentativi, in più occasioni reiterati dal nuovo Consiglio, di iniziare ad operare, di concerto con i funzionari dell’Ordine, per il bene degli iscritti, che quotidianamente si rivolgono all’Ordine le loro istanze”. I consiglieri affermano quindi di aver “assistito ad una iniziativa di qualche consigliere ineleggibile che ha avviato una raccolta di firme nelle aule di Tribunale al fine di chiedere al Cnf l’adozione di nuovi provvedimenti nei nostri confronti”. Giffenni e gli altri concludono sostenendo che l’unico “dato incontrovertibile” nell’intera vicenda è che “c’è chi si batte per il rispetto della legalità ed è pronto a mettersi a disposizione di tutti i colleghi, con spirito di servizio e di colleganza, e c’è invece chi non è in grado di prendere atto che qualcosa è cambiato”. Ma a cambiare realmente l’intera vicenda sembra possa essere l’intervento della magistratura.
26/11/2020