È stata approvata ieri in Consiglio comunale la delibera che approva la rimodulazione del programma integrato di intervento sulla riconversione all’area dismessa “ex Tacconi”, lungo la via del Mare, presentata al Comune di Pomezia dalla società Petromarine. Un lungo iter amministrativo e giudiziario che termina con il via libera a edificazioni residenziali nel sito dell’ex stabilimento industriale in cambio di circa 6 milioni di euro di opere pubbliche. Tra di esse un nuovo polo scolastico e una nuova strada che collegherà via del Mare a via Gronchi, passando per la località Macchiozza.
L’approvazione della delibera ha suscitato l’indignazione dell’associazione Latium Vetus. «La maggioranza cinque stelle dell’assise comunale pometina ha annullato la precedente delibera comunale, votata nel novembre 2016, con la quale si era proceduto all’annullamento del tanto contestato piano urbanistico, votato nel 2009 dalla ex giunta dell’ex sindaco De Fusco e proposto dalla Petromarine Italia, società attualmente commissariata – sostiene l’associazione – e riconducibile al patron dei rifiuti Manlio Cerroni». «Cancellati in un colpo solo sette anni di battaglie contro lo scellerato piano integrato, ci si chiede ora quali saranno le conseguenze per il territorio e per i vicini quartieri della Macchiozza, dei Sedici Pini e dei Colli di Enea», aggiunge Latium Vetus.
«Il gruppo M5S di Pomezia – continua l’associazione – ha grossomodo confermato la realizzazione delle cubature del progetto originario, ovvero 140.000 mc di cemento, che verranno tutte rilocalizzate intorno alla ex fabbrica “Tacconi”, nei pressi di una delle più belle aree verdi di Pomezia, quale è la zona della bonifica costiera di Torvajanica. La variante approvata comporterà un notevole consumo di suolo oggi inedificato ed agricolo a pochissimi metri dal geosito dei laghetti della “ex Cava Tacconi” e l’installazione – con la realizzazione di housing sociale – di circa 1500 nuovi abitanti». Dubbi sollevati anche sulle conseguenze per la viabilità locale già congestionata.
Per il sindaco di Pomezia, invece, il piano “ex Tacconi” è quasi a consumo di suolo zero, dato che le edificazioni verranno realizzate in buona parte nel sito dismesso già esistente. «Finalmente avviamo un ambizioso programma di opere pubbliche – ha detto il primo cittadino – destinando 6 milioni di euro alla riqualificazione dell’area ex Tacconi. In questo modo possiamo recuperare vecchi immobili ormai in disuso e ridisegnare un quadrante nevralgico della città, accostando interventi di valorizzazione ambientale e minimizzazione del consumo di suolo ad importanti opere di urbanizzazione. Mettiamo inoltre la parola fine ad una vicenda giudiziaria che si trascina da troppo tempo restituendo l’area alla pubblica utilità».
La passata amministrazione comunale, a guida Fabio Fucci, nel 2016 in Consiglio comunale ha annullato il programma integrato (decisione ribaltata nell’ultima assise cittadina). Una serie di ricorsi e controricorsi hanno portato la vicenda davanti alla Regione Lazio la quale, nel 2017, ha notificato al Comune di Pomezia che l’atto urbanistico poteva essere solo modificato rispetto al progetto originale, e non cancellato. La stessa Petromarine, rendendosi disponibile ad apportare delle modifiche, aveva segnalato alla Regione di ritenere lesi i propri diritti acquisiti. Questa ricostruzione è stata riproposta anche ieri in Consiglio comunale, dall’assessore all’Urbanistica Luca Tovalieri, in risposta ai dubbi dell’opposizione.