«Avrei voluto fare un video per sfatare qualche chiacchiera e anche solo per raccontare la situazione, ma oggi non mi sento di parlare e tanto meno di comparire, però lo farò appena possibile. Due cose però vorrei raccontarle subito: la prima che molti mi chiedono è come sto. Ho fatto il tampone perché venerdì avevo una brutta tosse e qualche linea di febbre (pochissima, ma a me solitamente la febbre tende a non venire quindi è stato un piccolo campanello di allarme insieme a questa tosse anomala che ti toglie il respiro e ti lascia spossata in modo esagerato). Questi due sintomi da soli non mi avrebbero allarmata, ma purtroppo sabato i dolori sono aumentati e la sera ho ricevuto notifica che una alunna della mia classe prevalente era risultata positiva al tampone quindi la classe da lunedì sarebbe stata in quarantena, me compresa. Lì ovviamente è scattato un timore in più anche perché insegnando anche in un’altra scuola mi sono preoccupata di attivare ogni precauzione possibile a tutela delle altre alunne».
E ancora: «Quando mi hanno comunicato l’esito del tampone rapido, la prima reazione è stata tutta emotiva: lacrime a fiumi e tanta paura, pensieri ai figli, ai miei famigliari, alle amicizie, alle alunne e colleghe. Poi però mi sono preoccupata di cosa fare, chi avvisare, ho chiamato il Sindaco perché ufficiosamente facesse sapere ai miei contatti istituzionali degli ultimi giorni in modo che fossero preallertati, il Preside della Pascoli e la Direttrice della scuola professionale, i miei genitori per far prelevare mia figlia da scuola, insomma il mio microcosmo. La procedura vuole che l’ufficialità di tutto parta dall’esito del molecolare e quindi da questa mattina la Asl mi chiama, un dipartimento alla volta, e stanno attivando tutta la catena dei controlli».
«Oggi ho un po’ di febbre, dolori vari e tanta tosse, ma sono a casa (e questa è una buona notizia ovviamente), barricata in camera, evitando contatti con i miei figli, ci video chiamiamo o ci parliamo dalla finestra, sto cercando di essere autonoma il più possibile per non dover uscire dalla stanza e quando lo faccio sono con doppia mascherina, guanti e alcool in quantità. Ho deciso di fare dei post per raccontare come mi sto organizzando perché credo possano tornare utili ad altri nella stessa situazione; genitori lacerati dalla paura di contagiare i propri figli, cioè quelli che dovremmo proteggere dal mondo e non da noi stessi…»
Infine il ringraziamento a un’amica che le ha mostrato e dimostrato affetto e vicinanza: «Non voglio che questa esperienza scalfisca la positività vera, non voglio che il termine “positivo” vada ad allungare la lista delle parole che questo mondo ci sta rubando, togliendo loro il significato originario. Io resto positiva nel senso bello del termine, anche grazie a questi gesti di amore (per il tampone invece spero in un “negativo” al più presto!)».
«Invito tutti alla prudenza, niente panico. Ma prudenza si! – conclude – oggi faccio una enorme fatica a parlare, ma sono certa che un giorno alla volta andrà meglio».