La giovane magistrato Giulia Cavallone, che ha seguito insieme al giudice Fabrizio Basei e altri colleghi, processi importanti a Velletri, per poi essere trasferita al Tribunale di Roma, viene ricordata anche al Palazzo di Giustizia romano come una lavoratrice instancabile, scrupolosa e una giudice giusta, equa e professionale. Anche al Tribunale di Roma gli è stata intitolata una aula penale lo scorso 21 settembre con una targa in suo ricordo.
A Velletri, aveva seguito diversi processi importanti, come quello nei confronti di uno stalker seriale e aveva guidato altre indagini molto importanti e impegnative, «Sempre con uno spirito di abnegazione, attaccamento al lavoro e grande senso di giustizia», hanno detto di lei molti colleghi. Qualità umane e professionali riconosciutegli anche dai molti avvocati presenti. Molto commovente è stato il ringraziamento dei genitori, il padre Roberto Cavallone, sostituto procuratore della Corte d’Appello di Roma, ha ringraziato tutti per il bel ricordo fatto della loro figlia, che ben rispecchiava la sua personalità e l’impegno che metteva nel lavoro. Il giudice Giulia Cavallone, negli scorsi anni aveva seguito anche il noto processo per Stefano Cucchi, nella sede del Tribunale di Roma, con grande impegno e passione, come gli hanno riconosciuto la famiglia del ragazzo e tutti i suoi colleghi. Ha condotto indagini scrupolose, durate molti mesi, che portarono alle condanne esemplari per gli indagati. Presenti all’inaugurazione dell’aula in suo onore, al quarto piano, anche il procuratore generale della Corte d’Appello Giancarlo Amato, tra i probabili candidati all’incarico di Procuratore Capo alla Procura veliterna. Poi i rappresentanti delle Forze dell’ordine, il personale che ha lavorato a stretto contatto con lei, i cancellieri, impiegati amministrativi, altri suoi familiari e amici e le colleghe giudici dei Tribunale di Roma e Velletri. Elena Cavallone, giornalista di Euronews, ha voluto ricordare la sorella con le parole che ha usato in un articolo una sua amica, parlando di lei su una rivista di Giustizia: “Giulia Cavallone se ne è andata troppo presto, era una donna piena di passione per il lavoro, che svolgeva in maniera giusta, perché lei come persona era giusta, applicava la legge, mettendosi sempre nei panni degli altri, per cercare di capire sempre fino in fondo le situazioni, anche le più drammatiche. Ci ha lasciato a noi tutti un esempio da seguire: quello di essere anche noi giusti nei confronti degli altri e con noi stessi, applicando questo principio cristiano nei confronti degli altri, facendo sempre al nostro prossimo quello che vorremmo fosse fatto a noi. Era una donna molto impegnata nel suo lavoro, preparata e autorevole come magistrato, ma sapeva essere anche molto tenera e umorista, passare il tempo con lei era sempre una grande gioia e imparavi sempre qualcosa da quelle ore passate insieme”.