I rami sono stati concessi dall’Istituto Nazionale per la Grafica, mentre la mostra è stata realizzata grazie al contributo della Regione Lazio e degli sponsor privati.
Una esposizione di altissimo livello che rende omaggio a un architetto e archeologo che ha contribuito a far conoscere Cori nel mondo.
«È un onore per la Città ospitare questo evento – ha detto il sindaco Mauro De Lillis – che abbiamo voluto comunque realizzare nonostante il nostro pensiero costante vada alla situazione sanitaria e alla tutela della salute dei cittadini».
«Il bello è di tutti – ha aggiunto il prefetto di Latina Maurizio Falco – e iniziative come questa servono a stringere la comunità attorno alle sue migliori origini, fondamentale soprattutto in un tempo difficile come quello che viviamo». «La Regione ha saputo cogliere l’importanza di questa sfida per il suo valore culturale, artistico e di valorizzazione di questi luoghi», ha spiegato il consigliere regionale Salvatore La Penna.
La mostra è curata dal prof. Domenico Palombi dell’università La Sapienza di Roma. Piranesi torna a Cori per la terza volta: la prima nel 1979 con l’evento ‘Piranesi nei luoghi di Piranes’, poi per l’inaugurazione del museo che compie 20 anni e ora, nel convento agostiniano di Sant’Oliva, unico luogo della città moderna che Piranesi cita nel suo volume “Antichità di Cora”.
All’ingresso dell’esposizione si viene accolti dal sintetico racconto per immagini dell’intera opera del Piranesi, e i mega-pannelli raccontano l’epoca, la storia e la tecnica del Piranesi.
I rami sono esposti al terzo piano del Museo con un allestimento di grande effetto, curato dall’arch. Paolo Sellaroli, che mette a confronto le lastre incise con le loro relative stampe.
Il viaggio piranesiano continua poi con i suoi eredi e successori di cui il Museo della Città e del Territorio di Cori già conserva numerose testimonianza: da Rossini a Theodore Labrouste.
L’esposizione sarà accompagnata da un fitto programma di iniziative. Solo nei prossimi tre mesi saranno proposte 9 conferenze scientifiche che tracciano l’intero percorso artistico e personale dell’artista veneziano, 7 concerti, a cura del Conservatorio di Musica di Latina Ottorino Respighi – Dipartimento di Musica Antica, e ancora spettacoli, percorsi urbani (anche in notturna), installazioni, visite guidate, narrazioni itineranti, degustazioni, progetti didattici, mostre di design, architettura e grafica contemporanee.