Non ci sarà un intervento diretto del ministero dell’Ambiente sul caso Loas di Aprilia, l’azienda di trattamento rifiuti distrutta da un incendio il 9 agosto scorso e che ha provocato una nube tossica. Lo rivela la risposta all’interrogazione parlamentare presentata dal senatore pontino di Fratelli d’Italia Nicola Calandrini. «Non una parola è stata spesa per esprimere la volontà di tutelare maggiormente Aprilia dalla presenza eccessiva di siti dediti alla lavorazione e allo stoccaggio dei rifiuti. Dal Ministero al contrario sembrano scaricare le responsabilità dei controlli su Province e Comuni, ai quali danno “lo scopo di prevenire l’insorgere di fenomeni illeciti, o quanto meno di non aggravare le eventuali situazioni di criticità già esistenti”».
«Sembra ignorare lo stesso Ministero dell’Ambiente che il problema di Aprilia è dovuto proprio alla complessità delle norme che fanno in modo che gli enti locali non abbiano voce in capitolo, essendo dunque costretti ad assistere impotenti allo sfruttamento dei territori – aggiunge Calandrini –. Spiace infine constatare che il Ministero non attiverà neppure le procedure di compensazione con impianti boschivi in quanto il contesto in cui si colloca la Loas non rientra tra quelli previsti dalla direttiva “Habitat” per attivare tali procedure».
L’auspicio del parlamentare è che presto il sindaco di Aprilia Antonio Terra convochi il tavolo di concertazione con i parlamentari locali e i comitati dei cittadini «per poter presentare una proposta normativa in Parlamento ed evitare il ripetersi di casi gravi come quelli che hanno portato all’incendio della Loas».