***
“«Grazie e pace a voi da parte di Cristo Signore!» è questa l’espressione di saluto che San Paolo rivolgeva ai primi Cristiani ed è con le stesse parole che io porgo il mio saluto alle Comunità di Regina Mundi e di Sant’isidoro Agricoltore in Pomezia nel concludere il mio servizio sacerdotale di parroco. Cari fedeli, mai come in questi anni di permanenza in mezzo a voi, ho vissuto intensamente la gioia di stare con il popolo Cristiano, condividendo la vita bellezze e il dolore di cui si compone la nostra esistenza terrena. In tal senso vi esprimo tutta la mia gratitudine più sincera. Vi sembrerà strano quanto dico, ma in questi anni ho ricevuto da voi più di quanto vi abbia dato, perché il servizio al Signore e ai fedeli delle due Comunità mi ha gratificato alla luce della vostra fede.
Guardando indietro, mi sembra solo ieri quando, con tanta trepidazione da parte mia, ma anche vostra, ho fatto l’ingresso a Regina Mundi il 19 settembre 2010 e il 26 ottobre 2017 a Sant’isidoro Agricoltore. Numerose sono state le circostanze – solenni, gioiose, dolorose – in cui sono entrato nella vostra vita e nella vostra famiglia: in occasione di matrimoni, battesimi, malattie, funerali, benedizione delle famiglie, nel segreto della confessione ed anche nella partecipazione corale alla celebrazione della Santa Messa.
Non sono stato estraneo anche in momenti più semplici e quotidiani, quelli, del resto, che più ho preferito: per strada, al bar, facendo la fila alla posta, alla banca, una battuta di qua e di là, un commento a un fatto di cronaca, di sport, una stretta di mano o un sorriso. Così facendo, si è andata approfondendo la conoscenza da cui, con molti, è nato l’apprezzamento diventato man mano stima, affetto e amicizia corrisposta. Anche per questo sento di dirvi grazie.
Con la primaria attenzione alla Parola annunciata, celebrata e spezzata, musa ispiratrice indispensabile del nostro operare, abbiamo costruito belle cose, rese operose le attività parrocchiali e i vari servizi. Tutto ciò ha permesso di approfondire la nostra vicendevole conoscenza e perfezionare la collaborazione reciproca, in piena condivisione di spirito, di servizio e di carità.
È stato un tempo fecondo e intenso, che mi ha permesso di maturare un’esperienza pastorale di notevole spessore.
Vi ringrazio di cuore per questi anni di cammino condiviso, accompagnati dalla fede, dalla speranza, dall’amicizia, dal servizio per il bene della Comunità parrocchiale e del territorio e vi ringrazio per la benevola attenzione che avete accreditato a me.
Il mio servizio è stato accompagnato da giorni e momenti gioiosi vissuti insieme, ma anche da altri meno brillanti e tonificanti. Qualche volta, infatti, ci sono stati anche piccoli fallimenti o incomprensioni; forse, direbbe qualcuno, è fisiologico che ciò accada, ma non per questo non sento di chiedere scusa a tutti voi.
Ma sento anche di chiedere perdono per tutte le volte che ho frenato l’audacia di volare alto per essere visti meglio e far quindi apprezzare virtù e meriti, ma anche per vedere meglio povertà e miseria altrui, non certo per gioirne, ma per ricevere conforto per le proprie.
(Forse) Abbiamo rinunciato (proprio quando serviva…) ad essere aquile, accontentandoci di essere rondini di periferia, illudendoci con l’ingannevole poesia della semplicità e della primavera…, perdono ancora..
Vi porterò nel cuore come un padre porta sempre con sé i propri figli che vede crescere e staccarsi per proseguire il cammino. Sono certo che anche Padre Elmar e Padre Antonio, che verranno al posto mio e ai quali auguro tanto bene e tutto il bene, sapranno da subito continuare con voi uno splendido e ancor più proficuo cammino pastorale.
Ringrazio tutti….
Ringrazio tutte le persone di qui e di altrove, che si sono messe al servizio della nostra Parrocchia.
Con tutto il cuore vi ripeto il mio grazie, rinnovo la richiesta di perdono, invoco la vostra preghiera, promettendovi un ricordo quotidiano nella mia. E vi ricordo ancora: tutto ciò che fate, fatelo Per Cristo, Con Cristo e in Vista di Cristo.
Vi voglio bene. Don Antonio Jorge Do Amor Divino (don Giò)”