Dal 25% di assenze certificate in su, sarà decurtata dalla tariffa mensile una percentuale del 25%; tra il 50 e il 75% di assenze sarà ridotta del 50%; dal 75% di assenze in su la riduzione è del 100%. Questa la tabella deliberata ieri dalla giunta Zuccalà. Il pagamento del servizio mensa, tuttavia, resta anticipato: le famiglie dovranno comunque pagare a inizio mese, se intendono avvalersi della refezione scolastica.
«Come già annunciato – sostiene l’assessore alla Scuola Miriam Delvecchio – l’amministrazione comunale ha rivisto quanto già approvato nel 2019, adattando le procedure a questo particolare anno scolastico segnato dall’emergenza Covid-19 prevedendo la decurtazione della retta mensile della mensa scolastica in caso di assenza per malattia debitamente certificata pari o superiore al 25% dei giorni di frequenza nel mese. Si tratta di una misura necessaria per andare incontro alle famiglie, viste le nuove disposizioni ministeriali che non consentono l’accesso ai servizi educativi agli studenti con sintomi compatibili con Covid-19».
Sul pagamento anticipato della mensa scolastica, che ha scatenato feroci polemiche soprattutto perché, inizialmente non era previsto il rimborso per assenze non correlate al coronavirus, sono state presentate dall’opposizione (Lega e Pomezia Domani) delle mozioni volte a ripristinare la precedente modalità: si pagava a pasto, mentre ora il servizio va pagato tutto a inizio mese.
«Il Comune sembra aver ascoltato le proteste sulle mense scolastiche», scrive in un commento il consigliere Stefano Mengozzi (PD), autore di una delle due mozioni. «Decine di mail dei genitori degli alunni delle scuole di Pomezia devono aver fatto cambiare idea all’amministrazione comunale di Pomezia». Il consigliere di centrosinistra, tuttavia, solleva un ulteriore dubbio: «Rimane un solo punto, su cui andrò a fondo – scrive Mengozzi – nel caso di mancato pagamento della scadenza anticipata, sarà comunque fornito il pasto? Me lo chiedo perché la realtà di questi mesi è di famiglie in enormi difficoltà economiche, tante che magari hanno ISEE alti riferito all’anno precedente e si ritrovano, oggi, con pochi soldi a disposizione».