Convivere con il virus si può e si deve per poter ripartire e così, insieme alle scuole, anche le università hanno stilato dei vademecum per riaprire in tutta sicurezza. All’università La Sapienza di Roma le buone pratiche da seguire sono state raccolte in un documento dal titolo ‘4 passi per la sicurezza della comunità: lavarsi bene le mani, non recarsi in sede se si hanno febbre alta o sintomi da Covid, osservare le distanze di sicurezza e indossare sempre la mascherina nei luoghi chiusi accessibili al pubblico. Ovviamente non è consentito l’accesso neanche a coloro che hanno avuto contatti stretti con casi confermati di Covid19 che non abbiano concluso il periodo di quarantena prescritta e non siano in possesso della certificazione rilasciata dal Dipartimento di prevenzione o dal medico di base; coloro che sono risultati positivi a Covid19, in assenza della certificazione medica da cui risulti la ‘avvenuta negativizzazione’ secondo le modalità previste, rilasciata dal Dipartimento di Prevenzione territoriale di competenza o da un’altra autorità sanitaria competente. “Qua alla Sapienza- spiega Marco, studente del primo anno di lettere- c’è un sistema di prenotazione delle lezioni che trovo ben congegnato per poter riprendere con la didattica in presenza”. Gli studenti mostrano, a richiesta, al personale di vigilanza, al Docente o al personale Sapienza il proprio documento di riconoscimento; la prenotazione per la frequenza in presenza; l’eventuale prenotazione ad altre attività didattiche (tirocini, biblioteche, esami). Per limitare al massimo gli spostamenti è stata predisposta una segnaletica che indica la posizione dell’aula di interesse e il percorso per raggiungerla. A Roma Tre Il rettore, Luca Pietromarchi, con un videomessaggio ha fatto sapere che a ottobre tutte le matricole verranno accolte in ateneo seguendo una turnazione del 50% al giorno. “E’ un dovere che sentiamo- ha spiegato- verso tutti coloro che per la prima volta entrano nell’Università e che devono avere l’evidenza fisica che siamo un luogo, uno spazio, una comunità. Per gli altri, fino a dicembre, le lezioni continueranno nello stesso modo in cui sono state condotte nell’ultimo semestre”. Gli esami si svolgeranno in presenza, riapriranno anche sale di lettura e biblioteche sempre nel rispetto delle normative vigenti e con tutte le precauzioni necessarie. L’ateneo, in un momento storico così delicato, ha deciso di venire incontro agli studenti estendendo la no tax area a tutti i suoi iscritti con reddito ISEE fino a 20.500 euro. All’università Luiss Guido Carli stesso protocollo: mascherine, guanti, dispenser per il gel e distanziamento. La didattica si svolgerà in modalità mista: in parte in presenza e in parte online. Il numero dei posti a sedere verra’ ridotto, come previsto dalle norme di distanziamento sociale. Per poter compensare la riduzione del numero di posti è stata realizzata una tensostruttura. I laboratori e le lezioni di lingua continueranno a tenersi online, mentre per accedere alle aule studio sarà necessaria la prenotazione via app. L’accesso al locale bar sarà contingentato e garantito ad un numero massimo di persone alla volta. Il numero massimo di utilizzatori sarà definito considerando uno spazio utile e libero circostante pari a 9 metri quadri per ciascuna persona. Anche l’accesso al servizio mensa è soggetto a limitazione per evitare l’affollamento della sala. All’interno dell’area mensa e’ obbligatorio l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale sia da parte dei collaboratori addetti alla preparazione e distribuzione pasti, sia da parte degli utilizzatori del servizio che avranno l’obbligo di indossarli prima dell’ingresso nel locale rimuovendoli solo al momento della consumazione dei pasti. “Io utilizzo molto la navetta messa a disposizione dell’università- ha detto Laura, studentessa triennale di Scienze politiche- il servizio, che prima era stato sospeso, adesso è stato riattivato, ma ovviamente seguendo l’alternanza dei posti per mantenere la distanza di sicurezza. L’ateneo si è mosso bene sia nella fase 1 che nella fase 2 permettendoci di non perdere niente di ciò che è la vita universitaria”.
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