Ingegnoso il sistema ideato, finalizzato al massimo profitto con il minimo rischio: il concetto di “albergo diffuso”, con una serie di appartamenti che diventano case vacanze, da affittare non ai turisti ma alle prostitute di passaggio. Le ragazze si fermavano pochi giorni in città, alternandosi, in modo da attrarre i clienti in ragione della novità della proposta sessuale.
La principale indagata, C.P., docente di economia, nel tempo era riuscita ad accreditarsi con centinaia di giovani prostitute quale punto di riferimento per potersi collocare ed esercitare la prostituzione in insospettabili abitazioni tra Terracina e Sabaudia.
Nel corso di perquisizioni all’interno dell’abitazione di residenza dei coniugi indagati, è stata trovata un’agenda. Stando anche ai tracciati telefonici, è emerso che il favoreggiamento della prostituzione non è stato occasionale ma abituale e reiterato.
La “Maitresse” aveva maturato una certa affidabilità potendo garantire alle ragazze appartamenti che in virtù della sua esperienza, presentassero le caratteristiche ottimali per ricevere il maggior numero di clienti in ambienti riservati, attrezzati come residence di livello.
La prof offriva un servizio completo di ricezione delle prostitute, mettendole in contatto con tassisti irregolari alle sue dipendenze e factotum per ogni esigenza, il tutto affinché fossero nascoste in casa a prostituirsi evitando di uscire anche solo per fare la spesa, la qual cosa avrebbe potuto destare sospetti ed essere oggetto di eventuale segnalazione alle Forze dell’Ordine.
Un 65enne originario di Fondi è indagato per favoreggiamento: oltre a fungere da taxista, faceva da palo per allertare le prostitute in caso di irruzioni della Polizia. Tra gli immobili utilizzati risultano attualmente due ville a Terracina e Sabaudia, di proprietà degli stessi coniugi indagati per i quali è stato disposto ed eseguito il sequestro, tuttavia la maggior parte degli introiti proveniva dall’utilizzo di ulteriori villette prese in affitto dalla coppia e allestite accuratamente per brevi periodi, proprio per essere destinate al commercio sessuale.
Le intercettazioni telefoniche e ambientali hanno evidenziato la disinvoltura e la spregiudicatezza dei due coniugi che, sebbene incensurati, anche dopo avere appreso di essere oggetto d’indagine, hanno continuato nella attività illecita, mostrando pervicacia nel non voler rinunciare ai guadagni illegali e una spiccata professionalità nel proseguire i propri affari nella convinzione di poter riuscire a farla franca.