Parliamo della nube tossica sprigionata per giorni e giorni dall’incendio verificatosi il 9 agosto nel sito di lavorazione dei rifiuti a ridosso della via Pontina, direzione sud, ad Aprilia.
Un concentrato di veleni che si è sparso in lungo e in largo, verso Latina, Anzio e Nettuno, ma pure verso Ardea e i Castelli Romani. Eppure le presunte misure di precauzione a tutela della salute pubblica sono state prese solo nel raggio di 2 km dallo stabilimento andato a fuoco.
Il rogo è stato ufficialmente dichiarato spento il 17 agosto. Nove giorni e nove notti di diossine policlorobifenili emessi a ciclo continuo nei cieli di un territorio vasto.
Qui pubblichiamo la risposta inviata dalla ASL di Latina ad alcuni cittadini che chiedono lumi e indicazioni pratiche sugli effetti del disastro Loas.
Le loro domande le hanno inviate anche al Ministero dell’ambiente, all’Arpa Lazio, al presidente del Lazio Zingaretti e agli assessori regionali all’Ambiente Enrica Onorati, alla salute Alessio D’Amato e ai rifiuti Mauro Valeriani. Tutta gente che non risponde, almeno per ora.
Le domande sono quelle pubblicate dal Caffè nella nostra inchiesta lo scorso 27 agosto (LEGGI QUI e QUI), con gli indirizzi e-mail dei vari personaggi istituzionali di riferimento ai quali inviarle.
Ma a questo punto sorge un’ulteriore domanda, poiché la Asl dice che si attendono gli esiti delle analisi da parte dell’Arpa Lazio – l’Agenzia regionale per la protezione ambientale. Ebbene, visto che la vendemmia è in corso, se dovesse emergere qualcosa di “strano” sulle uve, butteremo il vino?
Di seguito le domande e poi la risposta della Asl di Latina, nella persona del dottor Antonio Sabatucci
E poi, tutti i nomi, cognomi e indirizzi mail dei vari personaggi ai quali inviare le domande.
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LE DOMANDE DEL CAFFÈ E DEI CITTADINI
Salve,
siamo residenti in Aprilia (LT), via […], e vogliamo sapere con urgenza quale è la salute dei nostri terreni, della nostra acqua, della nostra aria e dei nostri ortaggi, e quindi quella nostra e dei nostri figli, a seguito dell’incendio del deposito di rifiuti Loas avvenuto il 9 agosto 2020.
Nello specifico noi siamo ad una distanza di poco più di 2 km, ad est rispetto al sito incendiato. Vogliamo sapere fino a quando controllerete le ricadute della nube Loas su acqua e suolo, in quali territori esattamente e con quali sistemi.
Possiamo mangiare adesso frutta e ortaggi da noi coltivati?
Farete controlli sulle uve, sulle olive e sugli altri prodotti agricoli coltivati e sugli animali allevati (e sul loro latte) nei territori intorno all’epicentro Loas: Aprilia, Latina, Anzio, Nettuno, Lanuvio, Ardea, Velletri, Pomezia?
Chi ha l’orto come deve comportarsi?
L‘aria viene monitorata nelle 4 direzioni dei venti?
State verificando o verificherete a tappeto, in modo puntuale e continuo, i sistemi antincendio e l’osservanza della normativa antincendio in tutte le società e siti che lavorano i rifiuti di vostra competenza?
Sulle acque e sui terreni che controlli state facendo e farete? Quando avremo i risultati?
Vi auguriamo un buon lavoro ed attendiamo vostra risposta.
Grazie
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LA RISPOSTA DELLA ASL
In risposta alla vostra richiesta pervenutaci in data 17/09/2020 si rappresenta quanto segue:
l’evento inquinante relativo alla nube tossica sprigionatasi dalla Loas ad Aprilia è stato oggetto di impegno e studio che ha visto coinvolti i vari Enti preposti alla verifica delle condizioni ambientali e dello stato igienico sanitario delle colture presenti nei terreni limitrofi all’area coinvolta nell’incendio: ASL, Arpa Lazio, Istituto zooprofilattico di Roma e della Regione Lazio.
Si precisa che sono stati eseguiti per un piano di monitoraggio condiviso fra gli Enti coinvolti, vari tipi campionamenti: dell’aria, dei terreni, dell’acqua dei pozzi ivi presenti 2 privati ed uno pubblico e di vegetali ( fogliame) di diverse tipologie di colture olivo, basilico e vite come da indicazioni fornite dall’Ist. zooprofilattico.
I campionamenti sono stati poi ripetuti a distanza di circa una settimana e poi si sono allargati su altre tipologie di colture sempre coprendo l’area di ricaduta dei contaminanti secondo l’ipotesi prodotta dall’Arpa Lazio e cioè sia nei 200-800 metri dalla Loas che nel raggio dai 2 ai 5 km. A tutt’oggi siamo in attesa dei risultati analitici completi che ci possano fornire precise indicazioni sulla necessità-opportunità di continuare il monitoraggio sui vegetali al fine di fornire informazioni precise all’Amministrazione Comunale ed ai cittadini che si trovano nelle aree più colpite dall’evento disastroso.
In raccordo con la Prefettura, stiamo controllando anche le altre attività produttive e di stoccaggio rifiuti presenti sul territorio provinciale.
Distinti saluti
Il Vice Direttore del Dipartimento di Prevenzione – Dottor Antonio Sabatucci
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Nomi, cognomi e indirizzi ai quali inviare le domande
ARPA LAZIO
> Capo del Dipartimento stato dell’ambiente
Marco Le Foche, che dirige anche i Servizi monitoraggio delle risorse idriche – Suolo e bonifiche: [email protected]
> Dirigente del Servizio qualità dell’aria e monitoraggio ambientale degli agenti fisici:
[email protected]
> Dirigente del Dipartimento pressioni sull’ambiente e Servizio attività produttive e controlli: [email protected]
> Dirigente Arpa Lazio, sezione provinciale di Latina [email protected]
ASL LATINA
> Direttore generale, Giorgio Casati:
[email protected]
> Direttore Dipartimento di prevenzione, Igino Mendico:
[email protected] –
[email protected]
REGIONE LAZIO
– Presidente Nicola Zingaretti:
[email protected]
> Assessore regionale ai rifiuti, Mauro Valeriani: [email protected]
> Assessore alla salute, Alessio D’Amato:
[email protected]
> Assessore all’ambiente e all’agricoltura, Enrica Onorati:
[email protected]
MINISTRO dell’AMBIENTE Sergio Costa
> [email protected]