LE MOTIVAZIONI
Nelle motivazioni i giudici hanno scritto che la sentenza merita piena e integrante conferma. «La circostanza secondo la quale l’imputato necessitasse di assistenza da parte di terzi – si legge – non giustifica le condotte dell’imputato il quale riceveva adeguata assistenza nel contesto familiare in cui viveva, né a tale circostanza consegue il diritto di una capacità di intendere e di volere». Da quanto si legge, inoltre, «il perito ha rilevato anche una difficoltà di gestione delle pulsioni sessuali, ma esclude in maniera assoluta un’incapacità di intendere e di volere da parte dell’imputato» che, si ricorda, è accusato di maltrattamenti di animali, di violenza sessuale nei confronti della moglie e di alcuni nipoti e di maltrattamenti in famiglia. «La perizia, esaminata e vagliata da questa Corte – si legge – appare coerente e immune da vizi logici e giuridici».
LA PENA
Per quanto riguarda l’entità della pena, per la Corte d’Appello «appare adeguata alla gravità dei fatti delittuosi perpetrati per anni dal pervenuto ai danni di tutti i familiari, compresi minori. L’imputato non appare meritevole del riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche e non ha mostrato alcun segno di resipiscenza neppure in sede di spontanee dichiarazioni davanti a questa Corte».