Sindaco, il termine del 31 agosto imposto dall’ufficio urbanistica del Comune alla Nova Lavinium srl, per la rimozione del secondo cancello apposto di fronte al borgo di Pratica di Mare, è scaduto. A questo punto come intende muoversi la sua amministrazione?
«Come annunciato il 6 agosto scorso, dopo ulteriori atti prodotti sulla vicenda, abbiamo provveduto a emettere una nuova ordinanza di rimozione del secondo cancello posto a chiusura del varco di accesso del Borgo di Pratica di Mare. La società Nova Lavinium aveva tempo fino a ieri 31 agosto per adempiere a quanto previsto, ed è evidente che al momento non hanno ancora ottemperato. Procederemo quindi con i passi successivi e previsti per arrivare alla definitiva restituzione alla cittadinanza di un luogo storico di Pomezia».
Attualmente, per quanto riguarda la definizione della proprietà delle vie interne del borgo, è in corso un procedimento amministrativo al Tar del Lazio, mentre al tribunale civile di Velletri si definirà se è possibile o meno considerare una servitù di uso pubblico sulle strade in questione. La materia è stata definita dallo stesso Tar molto complessa, nonostante il Catasto propenda per la titolarità pubblica. In questi due procedimenti giudiziari come si inserisce il Comune di Pomezia e con quale posizione?
«Abbiamo sempre ritenuto la questione molto complessa, quindi non mi sorprende che anche il Tar la consideri tale. In ogni caso la questione sulla proprietà è solo uno degli aspetti da dirimere, perché oltre questa importante informazione, è anche da chiarire l’accesso pubblico all’area in questione, aspetto che prescinde dalla proprietà del bene immobile, che sappiamo non può essere comprovata con i certificati catastali, quindi è sì un elemento importante, ma non dirimente. Il Comune comunque ha preso la posizione di garantire da subito l’accesso al pubblico, come poi ha concesso lo stesso TAR».
Recentemente lei ha dichiarato al nostro giornale che l’amministrazione è in attesa di capire cosa deciderà la famiglia Borghese per il rinnovo della convenzione, ormai scaduta, relativa alla fruizione dell’area archeologica di Lavinium, oggi inaccessibile. Nel contempo Maria Grazia De Marco, amministratrice della Nova Lavinium srl, tramite la stampa ha chiesto un incontro urgente al sindaco di Pomezia per dirimere la questione del borgo medievale. Ritiene che sia auspicabile portare avanti la strada del dialogo tra Comune e privati?
«Proprio in queste ore la Nova Lavinium ha firmato la proroga per l’accesso alle aree archeologiche, fermo restando che era un’anomalia da sanare da parte loro, e ciò alla luce del fatto che era rimasta l’ultima a non sottoscriverla avendo sia il Comune che la Sovrintendenza proceduto in tal senso, questo in qualche modo testimonia che c’è la buona volontà da parte di tutti di arrivare ad una soluzione sulle diverse questioni, lasciando però separato l’aspetto culturale da quello tecnico/giuridico, com’è giusto che sia».
L’associazione Latium Vetus, che difende un diritto di completo accesso al pubblico all’interno del borgo medievale, fa sapere di aver diffidato il Comune di Pomezia a rimuovere immediatamente anche il secondo cancello, sollevando “pesanti dubbi relativamente alle omissioni in capo all’ente locale e alla sudditanza di interi segmenti dell’amministrazione comunale, della politica e del giornalismo locale, che appaiono invece prostrati agli interessi di quei privati che da anni hanno deliberatamente sottratto alla collettività le sedi viarie pubbliche all’interno del borgo di Pratica di Mare”. Come risponde alle accuse mosse alla sua amministrazione?
«Ritengo molto gravi le affermazioni rese dall’associazione che a questo punto dovrà prendersi le responsabilità di quanto affermato. La mia amministrazione comunale opera solo nell’interesse pubblico e della comunità di Pomezia, e non si muove certo sulla base di minacce, nemmeno troppo velate, riferite da chi costantemente non perde occasione di offendere amministratori, dipendenti pubblici e ora anche la stampa locale. È evidente che l’associazione Latium Vetus, in cerca di visibilità, stia strumentalizzando ogni argomento, attaccando l’amministrazione per tentare di denigrare il lavoro che indubbiamente stiamo portando avanti su più temi. In genere non do peso a chi si muove sull’onda dell’odio, ma credo che in questo caso si stia superando il limite del rispetto e del sano confronto con la Pubblica Amministrazione».