L’Arpa Lazio ha completato le analisi sul quarto campione: “i valori riscontrati sono leggermente in crescita rispetto a quelli emersi dal campione precedente”, fa sapere l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Lazio, che ha installato a breve distanza dall’area interessata un campionatore ad alto volume, strumento necessario per verificare l’eventuale presenza in aria di sostanze inquinanti come idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e diossine.
Proprio il livello di diossine ieri era di 48 picogrammi per metro cubo (il valore limite è di 0.3), oggi è salito a 57. Anche il Benzo(a)pirene è salito dai 2,4 nanogrammi per metrocubo di ieri a 4,2 di oggi (il valore limite è 1). Vanno peggio anche i PCB, i policlorobifenili, sostanze chimiche prodotte da processi industriali: il valore di ieri era di 499 picogrammi per metrocubo, oggi siamo a 635. Nell’incendio Ecox di Pomezia il valore era di 394 il giorno dopo l’incendio.
Il monitoraggio è stato avviato nelle prime ore del 10 agosto ed è tuttora in corso. È stata anche elaborata una mappa delle aree di probabile massima ricaduta degli inquinanti.
La mappa è stata elaborata combinando le varie informazioni disponibili (quantità e tipologia di materiale bruciato, durata dell’incendio, condizioni meteorologiche, etc) e considera la possibile dispersione degli inquinanti nella fase attiva dell’incendio stesso, dalle 20.00 del 9/8/2020 alle 15.00 del 10/8/2020.
A partire dalle ore 15 del 10 agosto e nei giorni successivi, ad incendio spento, la dispersione degli inquinanti è limitata e in parte dovuta alla movimentazione del materiale da parte dei Vigili; in base alle diverse condizioni meteorologiche (soprattutto in relazione all’intensità e alla direzione del vento) è possibile che i fumi (e il cattivo odore) abbiano raggiunto anche aree non comprese nella mappa di possibile ricaduta.
“Va comunque segnalato – spiega l’Arpa – che, sebbene le particelle fini e ultrafini (che “ospitano” gli inquinanti) possano restare in aria a lungo in assenza di condizioni meteo che le “abbattano” al suolo (es. piogge), alcuni processi fisici determinano una dispersione degli inquinanti stessi, che vengono “diluiti” in aria”.