Arpa Lazio mostra il primo filtro prelevato dal campionatore in occasione dell’incendio di questa domenica all’impianto della Loas di Aprilia. Il tampone è letteralmente nero, e per rendere l’idea l’istituto regionale di protezione ambientale, che in questi giorni si sta occupando di rilevare gli inquinanti emessi dal rogo, pubblica altri due filtri: uno “pulito” e un altro prelevato nel 2018, in occasione dell’incendio al TMB Salario di Roma.
Arpa, rispondendo alle critiche di chi in questi giorni vorrebbe risultati in tempo reale sulla qualità dell’aria, spiega quali sono le fasi di lavorazione dei campioni.
“Perché, in occasione di incendi che richiedono un monitoraggio della qualità dell’aria, non è possibile dare risultati “in tempo reale”? – scrive Arpa Lazio in un post su facebook – Cerchiamo di spiegarlo qui in poche righe.
Per prima cosa, il nostro personale deve raggiungere il luogo dell’incendio e trovare un sito adatto e sicuro per l’installazione del campionatore, lo strumento che “aspira l’aria” e ne trasferisce il contenuto su un filtro. Il campionamento, con gli strumenti attualmente in uso, dura circa 12 ore. Successivamente, i filtri vengono portati ai nostri laboratori per le analisi, ma le analisi sono un processo lungo e delicato, che si articola in più fasi:
– Estrazione: le sostanze inquinanti vengono “prelevate” dal filtro e trasferite in un liquido analizzabile (estratto).
– Purificazione: l’estratto così ottenuto viene pulito dallo sporco che renderebbe più difficile la ricerca degli inquinanti oggetto di analisi. Più il filtro è sporco, più questa fase è lunga.
– Fase strumentale: in cui si arriva a determinare le quantità effettivamente presenti nel campione delle sostanze ricercate (nel caso specifico degli incendi: Diossine, IPA, PCB).
Ognuna di queste fasi dura diverse ore. Ed ecco perché dal momento in cui viene installato il campionatore, possono essere necessarie anche 48 ore o più per avere i risultati delle analisi”.