Un progetto ambizioso con l’obiettivo di tagliare il nastro il 23 marzo 2024, giorno del sessantesimo compleanno dell’ospedale Santa Maria Goretti. L’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance) di Latina presieduta da Pierantonio Palluzzi, ha presentato ieri, 7 agosto, il progetto preliminare per il nuovo ospedale di borgo Piave, alle porte del capoluogo. «È la prima volta che partendo da un’idea di una associazione di categoria si realizza un progetto preliminare e lo si mette a disposizione di una comunità – spiega Palluzzi -. Riteniamo che oggi ci siano le condizioni per realizzare un nuovo ospedale, capace di rispondere alle esigenze di un territorio, quello della provincia di Latina e, in caso di necessità, di supportare la capitale». A fare una panoramica dettagliata sull’attuale situazione sanitaria del Lazio ci ha pensato il professore Francesco Enrichens che ha proiettato in sala delle specifiche tavole sinottiche. Ciò che emerge in maniera inconfutabile è l’importanza per il territorio di un nuovo presidio ospedaliero d’avanguardia nella provincia pontina.
L’area individuata per il nuovo nosocomio già propone le condizioni ideali per la realizzazione. Essendo di proprietà della Regione Lazio, soggetto attuatore dell’opera, e non presentando incombenze urbanistiche, la zona è attualmente indicata per ospitare un ospedale, «inoltre il decreto semplificazione rappresenta un’opportunità affinché la burocrazia possa diventare collaborativa con le esigenze del territorio. Da qui la definizione di tre anni e mezzo quale tempo di percorso netto da noi definito qualora sussistano le condizioni auspicate», dichiara Palluzzi.
Nell’aspetto esecutivo il progetto poggia sugli elementi di verde e luce tanto da essersi ispirato al concetto di bosco orizzontale con tanti ambienti aperti e una tecnologia votata alla sostenibilità. Inoltre nel caso specifico si va a riqualificare un’area periferica del capoluogo che attualmente versa in uno stato di degrado. «L’opera è progettata considerando il vincolo di altezza di 26 metri richiesto dall’Aeronautica militare che in zona ha diversi presidi», spiegano l’ingegnere Giovanni Andrea Pol e l’architetto Massimo Rosolini. Nel dettaglio l’ospedale è concepito su due piani oltre a quello interrato dove è previsto un parcheggio auto di 700 posti e il tunnel di collegamento tra il pronto soccorso e l’area di atterraggio degli elicotteri. Inoltre il parcheggio è predisposto per trasformarsi in una sala di degenza fino a 200 posti letto in caso di particolari eventi o condizioni di assoluta gravità, sul modello di quanto è già in essere in Israele. È al piano terra che è previsto il blocco operativo con i vari reparti e le sale di intervento. Il progetto prevede nel complesso due sale di pronto soccorso; presenti anche locali dedicati al polo universitario. La struttura supera lo schema dei padiglioni optando per la previsione di un corpo centrale che ottimizzi gli spazi pur prevedendo delle strutture modulari autonome e indipendenti a livello energetico. Il primo piano è invece concepito dando la massima esaltazione al verde con “terrazze giardino” e una copertura vivibile. Qui insisterà la gran parte delle stanze dei degenti che saranno singole o al massimo a due posti letto «per garantire la dimensione mistica, oltre che intima al personale ricoverato», spiega Rosolini. Il nuovo ospedale conterà nel complesso 696 posti letto, tutti pronti per essere trasformati in terapie intensive. Numeri che annichiliscono l’offerta sanitaria del Santa Maria Goretti. Non solo, la realizzazione del presidio di borgo Piave presenta un quadro economico complessivo di 380 milioni di euro, cifra che secondo le stime dell’Ance verrebbe spesa per gli adeguamenti e le manutenzioni del Goretti in un lasso di tempo compreso tra i 26 e i 32 anni. «Per arrivare a presentare oggi il progetto preliminare del nuovo ospedale che da subito mettiamo a disposizione della comunità, abbiamo messo in campo un grande lavoro di squadra e le prossime settimane saranno fondamentali – dichiara Palluzzi -. Il partenariato pubblico privato contemplato nel codice degli appalti può essere considerato anch’esso un concetto di squadra tra privato e pubblico in cui il pubblico deve essere proprietario e deve gestire; il privato deve portare il suo know how, le sue conoscenze e possibilmente risorse finanziarie qualora il pubblico non le avesse disponibili. È una grande sfida, ma qualora fosse necessario, anche su questo l’Ance è pronta a fare la sua parte per la realizzazione del nuovo ospedale di Latina».
Simone Tosatti