Arriva un richiamo formale dalla Regione Lazio ai comuni costieri a causa dei troppi affollamenti in spiaggia. Le lettera, inviata in seguito alle segnalazioni di assembramenti ricevute, fa riferimento ai sei milioni di euro distribuiti nelle città con il mare per mettere in campo azioni volte ad evitare il propagarsi del Covid-19. Ogni comune poteva decidere come impiegare i fondi, ripartiti in base alla popolazione e alla lunghezza di arenile libero, ma l’obiettivo doveva essere quello di assicurare il distanziamento sociale. Nonostante le app di prenotazione di un posto in spiaggia e gli steward impiegati al controllo costati centinaia di migliaia di euro, qualcosa è andata storta ed è arrivata la tirata di orecchie della Regione Lazio.
«Nello spirito di leale e reciproca collaborazione tra le istituzioni – si legge nel documento di cui il Caffè è entrato in possesso – si informa che pervengono numerose segnalazioni di utenti che lamentano una diffusa mancanza di attività di prevenzione dai rischi epidemiologici sia negli arenili liberi che in quelli riservati agli stabilimenti balneari. Stante ciò si chiede di valutare l’opportunità di aumentare i controlli necessari a garantire la vigilanza in ordine agli adempimenti obbligatori che i vari soggetti devono concretamente attuare anche sollecitando la diffusione di informazioni per la responsabilizzazione degli utenti». La Regione ricorda che è compito dei Comuni assicurare che le regole vengano rispettate. «In particolare i Comuni, quali organi di sicurezza sanitaria, sono tenuti a vigilare sulle applicazioni delle norme di rispetto di distanziamento sociale e possono in qualunque momento procedere a limitare le zone aperte al pubblico e a disporre la temporanea chiusura di specifiche aree in caso di mancato rispetto delle regole per evitare gli assembramenti. In extrema ratio, qualora i Comuni non riescano a presidiare gli arenili, dovranno provvedere all’interdizione degli stessi».