Il Tar del Lazio apre al progetto “Marino Green”. La strada è ancora tutta in salita ma il no della giunta grillina di Carlo Colizza, che ha gettato nel cestino il progetto dell’imprenditore milanese Carlo Cornaggia Medici, il quale ha assicurato la realizzazione di un centro avveniristico e del tutto ecocompatibile, è stato bocciato. Il Comune di Marino dovrà quindi riconsiderare la proposta di variante al Prg per dar vita alla struttura nell’area denominata “La Castelluccia”, sulla Nettunense, e, in caso di esito positivo, il necessario Piano urbanistico attuativo. I giudici hanno accolto il ricorso della società Progetica 1901 e annullato la delibera di giunta dello scorso anno. “Un progetto mai visto prima, a impatto zero, magari da portare all’estero come modello made in Italy per l’edilizia del futuro. Etica, natura, rispetto per le persone, bene comune”, aveva assicurato Cornaggia Medici. Ma che non piace ai comitati no cemento. Dopo un lungo tira e molla tra la società, il Comune e la Regione, la giunta comunale ha sostenuto che le proposte non fossero compatibili “con l’assetto del territorio vigente e soprattutto con quello futuro previsto nelle linee di indirizzo”, sottolineando che anche diverse autorità si erano espresse in senso sfavorevole sul Piano urbanistico, per delle criticità irrisolte, soprattutto in relazione al traffico. Il Tar ha ritenuto che, visto il Prg, in una prima fase hanno seguito un iter sbagliato tanto la Progetica quanto l’ente locale, ma che il Comune, avendo proposto tra l’altro una variante, prima doveva pronunciarsi sulla variante al Prg e poi, se avesse dato l’ok, sul Pua, mentre ha rigettato direttamente il Piano urbanistico con “eccesso di potere”, “per contraddittorietà e per omessa considerazione di un “presupposto” fondamentale”, non considerando appunto “che il procedimento di variazione del Prg era ancora pendente e che avrebbe dovuto essere concluso, in quanto costituisce un elemento fondamentale della serie di procedimenti collegati, attivati dalla stessa Amministrazione, funzionalmente intesi a raggiungere lo scopo di “salvare” l’attività amministrativa fino ad allora compiuta, e di conseguenza le relative aspettative maturate dall’istante, con il concorso della stessa Amministrazione”. E sull’assetto del territorio? Per i giudici, “finché tale ‘visione’ del futuro assetto del territorio non sarà tradotta in un nuovo strumento urbanistico generale, che sostituirà quello ora vigente, gli indirizzi deliberati dalla Giunta non possono, medio tempore, costituire una valida giustificazione per non esaminare quella proposta di variante del vigente Prg che costituisce, a questo stato della procedura, una decisione “preliminare” necessaria per pronunciarsi sulla proposta di Pua”. Il Comune dovrà quindi riavviare il procedimento, pronunciarsi sulla proposta di variante di Prg, verificando in quella sede l’eventuale insufficienza dei pareri, nulla osta, assensi già acquisiti, e, in caso di esito positivo, concludere il procedimento con una pronuncia definitiva sulla proposta di Pua. Su “Marino Green” insomma non è ancora detta l’ultima parola.
28/07/2020