Due condanne e sette rinvii a giudizio per gli imputati nell’inchiesta denominata Scudo, dal nome in gergo dato dagli imputati al denaro, relativa a due presunti gruppi criminali impegnati nello spaccio di sostanze stupefacenti, nell’usura e nelle estorsioni. Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Pierpaolo Bortone, ha condannato Antonio Di Silvio a 6 anni e 7 mesi di reclusione e Sabrina Narducci a due anni e mezzo di reclusione, dopo che i due hanno chiesto di essere giudicati con rito abbreviato e dunque allo stato degli atti, puntando allo sconto di un terzo dell’eventuale pena. Disposto poi un processo per Annunziato Costantino, di Nettuno, Giovanni De Falco, di Ariccia, Daniele Di Marco, di Genzano, Sabatino Morelli, Vasile Lupan, Cristian De Rosa e Leonardo Sciarrillo De Rosa, fissando per loro la prima udienza, davanti al Tribunale di Latina, per il prossimo 14 ottobre. Era il 3 dicembre scorso quando, tra il capoluogo pontino e Aprilia, scattarono otto arresti nell’ambito dell’inchiesta Scudo, partita dalle indagini su un tentativo di suicidio. Di Silvio e il cugino Morelli sono finiti accusati di intermediazione finanziaria abusiva, per un prestito a trassi usurari a un imprenditore di Campoverde. Una vicenda che prende le mosse dalla decisione dell’imprenditore di acquistare per 4.500 euro dallo stesso Costantino un’auto usata. L’acquirente poi, non potendo pagare, avrebbe chiesto al venditore una sorta di finanziamento, concesso utilizzando il denaro di Di Silvio e Morelli e frutto dell’attività di spaccio nella zona cimitero a Latina. L’imprenditore a quel punto sarebbe stato minacciato pesantemente sollecitando la restituzione della somma, si sarebbe ammalato ammalato e le minacce sarebbero comunque andate avanti, anzi sarebbero state estese pure alla moglie e ai figli, fino al tentativo di suicidio.
28/07/2020