I magistrati hanno fornito una decisione “doppia”: da una parte, non è necessario che la Nova Lavinium esegua nel borgo di Pratica di Mare il ripristino delle condizioni antecedenti l’apertura del cantiere (è prevalente, secondo il Tar, l’interesse «della parte ricorrente al mantenimento della res aduch integra fino alla decisione del merito»). Dall’altra parte, però, essendo conclusi i lavori all’interno del borgo, quel cancello «qualificato dalla stessa ricorrente come cancello di cantiere» non ha più motivo di restare lì. Per questo va rimosso.
I comitati e le associazioni che da anni si battono per la riapertura del borgo medievale esultano. Nova Lavinium ha infatti promosso il ricorso chiamando in causa anche l’associazione La Lente, il consigliere comunale di opposizione Stefano Mengozzi e l’associazione Latium Vetus, che è intervenuta nel procedimento giudiziario “ad opponendum”. «Siamo felici e orgogliosi di questo importante passaggio – commentano da Latium Vetus – La battaglia sarà ancora lunga, non ci illudiamo, ma nonostante l’inerzia portata avanti per anni e le contraddizioni attuali del Comune, con l’aiuto di tutti i cittadini, associazione Latium Vetus e associazione La Lente riusciranno a ripristinare la legalità a Pratica di Mare e portare a termine vittoriosamente, questa importante battaglia».
Contro l’ordinanza del Tar, la società potrà promuovere appello al Consiglio di Stato, riaprendo di fatto i giochi.