POCHI GIORNI E POI?
La necessità di smaltimento dell’organico a Pomezia è di circa 170 tonnellate alla settimana. La determina indica un impegno di spesa stanziato di 48.678 euro Iva esclusa, come tetto non superabile. E a conti fatti, tale somma basta al massimo per una decina di giorni. È ipotizzabile, dunque, ancora una volta la classica emergenza, che puntualmente arriva in estate in molti Comuni che non sanno come togliere di mezzo i rifiuti organici del porta a porta. A meno che non si finisca per mischiarli con l’indifferenziato, facendo contento qualche altro imprenditore privato del settore. L’affidamento dell’appaltino è stato effettuato ricorrendo alla procedura “sotto soglia” del Codice dei Contratti (articolo 37, comma 1, del Decreto legislativo 50/2016). Una procedura che permette all’Ente di affidare direttamente e senza gara l’aggiudicazione di forniture e servizi di importo inferiore a 40.000 euro. Un sistema veloce, ma “ad orologeria” e che non entra in certi dettagli. In pratica, l’Ente deve accontentarsi di quello che gli offrono, senza appurare per filo e per segno costi e ricavi. Ma c’è di più.
COSTI SEMPRE PIU’ ALTI
La determina dirigenziale n. 2020/839, con la quale il Comune di Pomezia ha affidato alla società Refecta il conferimento della frazione umida presso il suo impianto di Cisterna di Latina al costo di euro 195 a tonnellata (Iva esclusa), non solo conferma la nostra previsione che i costi sarebbero lievitati. Ma per certi aspetti la rende ancora più intrigante e drammatica: non si sa dove finirà in pratica l’immondizia organica e smaltirla costerà ancora di più dei 214,5 euro a tonnellata, indicati ieri un altro nostro articolo (LEGGI QUI). Il prezzo finale sarà di almeno 224 euro a tonnellata. Questo perché oltre all’Iva del 10%, il Comune deve pagare anche il 4% di benefit ambientale previsto dalla normativa regionale a favore del Comune dove si trova l’impianto di conferimento, cioè Cisterna. Ma siccome quell’impianto è solo di passaggio, se la destinazione ultima sarà nel Lazio, il prezzo salirà ulteriormente visto che Pomezia deve pagare un secondo benefit tra il 2 e il 4% al Comune che ospita l’impianto di destinazione finale. Ciò non accadrà se l’organico viene portato fuori regione, dove non vige la normativa del Lazio che impone questi benefit sul proprio territorio.
PUNTI OSCURI: DOVE AVVERRA’ LO SMALTIMENTO DEFINITIVO?
Ma gli impianti di trattamento finale dell’organico, essendo tutti saturi quelli presenti nella Regione Lazio, sono per la maggior parte collocati nel nord d’Italia e pertanto bisogna metterci anche i soldi del trasporto. Vale a dire circa 60 euro in più di quanto costa quest’anno smaltire i rifiuti indifferenziati presso la RIDA Ambiente di Aprilia e gli altri TMB del Lazio. C’è inoltre questa coincidenza: lo scorso 13 luglio la Procura di Roma ha sequestrato l’impianto TMB (trattamento meccanico cosiddetto biologico) pubblico dell’AMA a Rocca Cencia (Roma), mentre qualche giorno prima è stato dissequestrato quello provato “cerroniano” di Guidonia Montecelio. Perché l’impianto Refecta a Cisterna è solo di passaggio? Perché a quanto ci risulta, questa società è autorizzata allo stoccaggio e trattamento di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, ma non per il trattamento diretto della frazione organica. La determina 839 infatti specifica che: “… nonostante la Refecta Srl sia stata aggiudicataria del servizio di messa in riserva, recupero e smaltimento rifiuti pericolosi e non, giusto contratto Rep. 9317, ad oggi non aveva mai precedentemente comunicato la disponibilità al conferimento del rifiuto C.E.R. 20.01.08”, ovvero la frazione organica/umida proveniente da raccolta differenziata. La messa in riserva è di fatto un’operazione di stoccaggio provvisorio dei rifiuti in ambienti e contenitori specifici (punto R13 dell’Allegato C alla Parte Quarta del Codice Ambientale). Vista la natura del rifiuto, lo stoccaggio della sostanza organica deve avvenire per un tempo molto limitato prima di essere trasportato negli impianti di trattamento e smaltimento finale: nel caso specifico si tratta di pochissimi giorni che variano a seconda delle caratteristiche della struttura di stoccaggio e della temperatura atmosferica del periodo. Ecco perché la questione si fa sempre più drammatica e sarebbe il caso di far sapere ai cittadini cosa sta avvenendo rispetto alla gara per il ritiro e trattamento dell’umido a Pomezia, andata due volte deserta. Visto anche che è una situazione che si ripete uguale ogni estate, con lo stesso copione e la stessa tempistica, mentre la Regione Lazio, a cui competono le scelte sull’impiantistica, resta ancora una volta a guardare.
Roberto Lessio e Francesco Buda